MILLA PRANDELLI
Cronaca

Alluvione a Niardo, famiglie sfollate dopo 9 mesi. La coppia: “Villetta inagibile ma paghiamo il mutuo”

La coppia con i due figli piccoli in un alloggio di fortuna: "L’alluvione ci ha portato via anche le fedi. Il bambino ci chiede se rientreremo e non sappiamo cosa rispondere"

Piera Donina e Francesco Pescarzoli (a destra) e la loro casa ancora inagibile

Niardo e Braone non dimenticheranno mai la notte notte tra il 27 e il 28 luglio del 2022. L’acqua dei torrenti Cobello e Re, gonfiata da piogge violente e improvvise, invase i due paesi. Se Braone se la cavò con pochi danni, per Niardo fu un autentico disastro. Parte del centro è andata distrutta e i danni ammontano a milioni di euro. Grazie alla solidarietà dei camuni e dei bresciani il paese e le case e attività commerciali agibili sono state ripulite in tempi rapidi. Centinaia di persone, insieme alla protezione civile, ai pompieri, ai tecnici del Comune, agli amministratori e alle locali associazioni, si sono messe a disposizione.

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Nonostante la mobilitazione, però, nove mesi dopo la bomba d’acqua i problemi non sono finiti. Una decina di famiglie resta ancora fuori di casa. Le loro abitazioni, difatti, non sono ancora agibili, come accade a Piera Donina e Francesco Pescarzoli, che vivevano in via Brendibusio, sul Cobello e ora, provvisoriamente, si sono arrangiati in via Primo Maggio, in un condominio.

Piera ieri era il suo quarto anniversario di matrimonio. Come sono cambiate le cose da quando lei e Francesco vi siete sposati?

"Non abbiamo più una casa. L’inondazione ce l’ha tolta e i soldi per partire con i lavori di ricostruzione ancora non arrivano. Qualcosa di meraviglioso però io e mio marito lo abbiamo, nonostante tutte le difficoltà: sono i nostri due bimbi Luca e Matteo. La cosa principale sono loro. Il giorno di Pasqua siamo riusciti a fare battezzare il più piccolo e siamo riusciti a ricomprare le fedi perse nell’alluvione e a farle consacrare"

Come state adesso?

"In casa nostra non si può vivere. Proviamo ad andare avanti, ma non è facile. Non sappiamo cosa protremo fare. Se potremo ristrutturare oppure no. Non ci sono certezze".

Avete avuto notizie sullo stato di emergenza?

"Non sappiamo ancora assolutamente nulla. Se saltasse il riconoscimento dello stato di emergenza non potremmo mai riprendere la nostra casa. Abbiamo il mutuo da pagare, ma non ci possiamo vivere. E ci sono le tante spese per l’appartamento dove stiamo. Poi c’è il finanziamento per la macchina che abbiamo dovuto ricomprare. Lo Stato ha detto che ci avrebbe aiutato in base allo stato di famiglia. Non abbiamo ancora visto niente".

Com’è il clima in famiglia?

"Ci sono momenti in cui sembra tutto difficile, altri migliori. Il piccolo ha un anno, non ricorderà nulla. Quello di cinque anni dovrà metabolizzare. Lui la casa dove non possiamo ancora tornare l’ha fissata nella memoria. Racconta che era bella e che gli piaceva. Non sappiamo cosa rispondergli quando chiede se ci torneremo. È difficile non avere risposte da dare a un figlio. Cerchiamo di far sembrare tutto normale".

Pagate voi l’affitto?

"Il Comune ci sta pagando l’affitto, anticipando i fondi dello stato di emergenza, siamo in un bell’appartamento, la zona è gradevole e ci troviamo molto bene con i vicini. Ma non è la casa per cui io e mio marito abbiamo tanto lavorato".