
Un robot al lavoro
Bergamo – La crisi di manodopera e di competenze, che non accenna a finire, è sempre di più un problema per il mondo industriale italiano, con il rischio concreto che, nel prossimo futuro, sempre meno lavoratori siano presenti nelle aziende ad azionare impianti e linee produttive. Per cercare di fronteggiare questa emergenza è nato un progetto sperimentale, totalmente bergamasco, che ha l’obiettivo di ridisegnare le fabbriche, provando ad immaginare un sistema produttivo robotico autonomo e automatizzato, in cui le persone hanno ruoli di supervisione, manutenzione e programmazione, senza più essere legate alla macchina.
Il progetto, denominato Harmony, è guidato dal Consorzio di meccatronica Intellimech e coinvolge le aziende Brembo, Cosberg, Elettrocablaggi, Fassi e Siad, mentre la parte di ricerca e sviluppo sarà gestita dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) attraverso il laboratorio Joiint Lab al Kilometro Rosso e dall’Università di Bergamo. Il costo complessivo della sperimentazione è di 7 milioni e mezzo di euro suddivisi tra i vari partner, con 3,3 milioni finanziati dal bando Collabora&Innova di Regione Lombardia. Se Intellimech è capofila dello studio, Brembo ne è il promotore principale.
“Nei prossimi anni - spiega il responsabile dei progetti dell’azienda bergamasca, Guido Perricone -, a causa del calo demografico, avremo una perdita di un milione di studenti che si riverbererà sulla manodopera generica e specializzata. Obiettivo del progetto non è solo sostituire lavoratori e lavoratrici, ma poter collocare il minor numero di addetti che si avranno a disposizione in ruoli chiave, laddove saranno indispensabili e insostituibili, lasciando agli agenti robotici i compiti pericolosi, faticosi e ripetitivi. Questi ultimi non hanno bisogno di luce per muoversi, né di riscaldamento e le aree di lavoro possono trasformarsi, andando per esempio sottoterra”. Al centro - precisa Gianluigi Viscardi, presidente di Intellimach - c’è sempre l’uomo, che governa una fabbrica innovativa e facile da gestire , ma se saranno i robot a muovere le macchine allora dobbiamo farle a loro misura, con spazi che vanno ripensati”. Harmony avrà una durata di 30 mesi e l‘avvio ufficiale è previsto alla metà di settembre.