Caso Yara, una perizia sui peli trovati nel furgone di Bossetti

Nuovi esami per la morte di Yara Gambirasio. Il pm Letizia Ruggeri ha affidato a Carlo Previderè, responsabile del laboratorio di genetica forense dell’università di Pavia, e a Pierangela Grignani, l’esame dei peli trovati sul furgone cassonato Iveco Daily sequestrato a Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello, in carcere per l’omcidio della ginnasta tredicenne di G. Mor.

Massimo Bossetti (Foto Facebook)

Massimo Bossetti (Foto Facebook)

Bergamo, 28 ottobre 2014 -  Nuovi esami per la morte di Yara Gambirasio. Il pm Letizia Ruggeri ha affidato a Carlo Previderè, responsabile del laboratorio di genetica forense dell’università di Pavia, e a Pierangela Grignani, l’esame dei peli trovati sul furgone cassonato Iveco Daily sequestrato a Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello, in carcere per l’omcidio della ginnasta tredicenne. Previderè lavora anche alla consulenza sui circa 200 reperti piliferi rimasti sul corpo di Yara. Tra queste tracce una decina sono umane e due appartengono alla stessa persona. Non è però emerso il dna di Bossetti.

I difensori dell’artigiano, Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, lavorano al ricorso in Cassazione contro l’ordinanza con cui, una settimana fa, il Tribunale del Riesame di Brescia aveva respinto la scarcerazione del loro assistito. I due legali si erano rivolti al Riesame dopo che una prima istanza per la scarcerazione o la concessione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico non era stata accolta dal gip di Bergamo, Vincenza Maccora. Massimo Bossetti compie oggi 44 anni nella sua cella in isolamento nel carcere di Bergamo.

I genitori e la sorella gemella Laura Letizia, attraverso l’avvocato di famiglia, Benedetto Maria Bonomo, hanno diffuso ieri il testo di un messaggio di auguri: «Caro Massimo, non potendo essere lì con te domani, io, mamma e papà volevamo con te stringerci in un abbraccio caldo, figlio di un amore profondo che abbiamo verso di te. Tanti auguri Massimo, ti siamo e ti saremo sempre vicini». «In relazione - ha spiegato il legale - al numero limitato di visite in carcere, la famiglia non potrà recarsi a fargli visita. Pertanto, al fine di anticipare maldicenze in ordine alla mancata visita in detto giorno, è stato diffuso il messaggio per dimostrare ulteriormente l’affetto della famiglia a Massimo».

di G.Mor