Caso Yara, insulti choc e la porta presa a calci: la madre di Bossetti si barrica in casa

Prosegue il clima intimidatorio nei confronti dei parenti di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello in carcere dal 16 giugno perché ritenuto l'assassino di Yara Gambirasio. Dopo l'aggressione alla sorella gemella Letizia Laura Bossetti, avvenuta a opera di tre sconosciuti il 18 settembre, ieri la stessa cosa è capitata anche ai danni della mamma del muratore, Ester Arzuffi di Rocco Sarubbi

Massimo Giuseppe Bossetti e la madre, Ester Arzuffi

Massimo Giuseppe Bossetti e la madre, Ester Arzuffi

Bergamo, 9 ottobre 2014 - Prosegue il clima intimidatorio nei confronti dei parenti di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello in carcere dal 16 giugno perché ritenuto l'assassino di Yara Gambirasio. Dopo l'aggressione alla sorella gemella Letizia Laura Bossetti, avvenuta a opera di tre sconosciuti il 18 settembre, ieri la stessa cosa è capitata anche ai danni della mamma del muratore, Ester Arzuffi, di 69 anni. Erano da poco passate le 14 quando un individuo ha preso a calci e pugni la porta della casa a Terno d'Isola, dove vivono la signora Ester e il marito Giovanni Bossetti, gravemente malato. L'aggressore ha lanciato insulti e parole offensive all'indirizzo della donna, "colpevole" di aver messo al mondo il presunto killer di Yara in seguito, secondo le analisi del dna, a una relazione extraconiugale con l'autista di autobus Giuseppe Guerinoni (relazione che la donna si ostina però a negare). Dopo i colpi alla porta e gli epiteti, lo sconosciuto si è dato alla fuga, facendo perdere le sue tracce. 

Ester Arzuffi, molto scossa per l' accaduto, si è barricata in casa, e ha telefonato al suo avvocato, Benedetto Maria Bonomo, che l'ha tranquillizzata. Più tardi il legale ha provveduto a formalizzare una denuncia dai carabinieri, che stanno cercando di risalire all'autore del gesto. Si ripete dunque il clima di terrore che ha provato sulla propria pelle la sorella gemella di Massimo Bossetti, Laura Letizia, che era stata malmenata e insultata nel garage del condominio di Terno d'Isola dove vivono i genitori. Secondo il suo racconto, tre persone quel giorno - era un mercoledì pomeriggio - l'avevano presa a calci e pugni fino a farle perdere i sensi al punto da dover essere ricoverata al Pronto soccorso del Policlinico di Ponte San Pietro per essere sottoposta ad accertamenti. E mentre la picchiavano, i tre la insultavano e la minacciavano, sempre a causa del fratello, che lei ha sempre difeso. «Queste aggressioni sono sicuramente legate alla vicenda di Massimo e alla morte di Yara Gambirasio. Ma i familiari ovviamente - ha ribadito l'avvocato Bonomo - sono completamente estranei al caso giudiziario, non c'entrano nulla e non è giusto che debbano vivere in questo clima intimidatorio».