FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Sipario sul sogno dell’ex operaio bergamasco Ferruccio Bonacina: dopo aver salvato l’azienda ora la chiude. “La mia famiglia ha perso tutto”

Nel 2018 assieme alla moglie Claudia rilevarono la B&B di Urgnano in fallimento. Successi, assunzioni, la nomina a Cavaliere. Oggi commesse sparite: “Stavamo investendo”. Il colosso Same ha tagliato gli acquisti

Titolari e dipendenti della 3B Meccanica di Urgnano, nella Bassa bergamasca. A fine anno la chiusura

Titolari e dipendenti della 3B Meccanica di Urgnano, nella Bassa bergamasca. A fine anno la chiusura

Urgnano (Bergamo), 27 dicembre 2024 – A fine anno cala il sipario. Si chiude definitivamente. È triste l’epilogo della storia della 3B Meccanica di Urgnano, nella Bassa Bergamasca. L’azienda che produce lavorazioni conto terzi in ghisa era stata salvata grazie al coraggio e all’intraprendenza di un ex dipendente di Ghisalba diventato imprenditore, Ferruccio Bonacina (all’epoca aveva 42 anni), e di sua moglie, Claudia Zini. Ma il sogno cominciato nel 2018 si è spezzato davanti a una amara realtà. E i 19 operai si troveranno senza lavoro. È stato un Natale di lacrime e sangue. A far precipitare la situazione la cancellazione delle commesse da parte della Same, colosso delle macchine agricole. A novembre di quest’anno la doccia fredda, l’anticamera della cessazione definitiva.  

Sei anni fa

Un passo indietro. Ferruccio Bonacina lavora da 25 anni alla 3B Meccanica (allora si chiamava B&B srl) come operaio quando nel 2017 arriva la notizia che il vecchio titolare aveva iniziato a portare i libri contabili in tribunale. Il curatore fallimentare incaricato di mettere i sigilli però non se la sente di fare chiudere la ditta perché si accorge che ancora vengono commissionati diversi lavori. È in questo frangente che Bonacina, dietro suggerimento della moglie Claudia, decide di intervenire compiendo un gesto coraggioso: rileva la ditta di cui era dipendente. Per farlo, oltre a mettere sul piatto tutti i risparmi di una vita, l’ex operaio apre un mutuo ventennale, per un investimento finale di circa 500mila euro.

La speranza

Un salto nel vuoto, ma dopo circa un anno e mezzo di distanza arrivano i risultati, tant’è che la ditta conclude il 2019 con un fatturato positivo e con l’assunzione di cinque nuovi colleghi che vanno ad aggiungersi ai 14 che già c’erano arrivando a 19 attuali. Anche la moglie di Bonacina entra a far parte dello staff e, grazie a un finanziamento dalla Bcc dell’Oglio e del Serio, comincia l’avventura. Fondamentale la fiducia di due grandi clienti storici come Same e Schneider. La notizia fa il giro d’Italia, Bonacina riceve una lettera dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che gli conferisce l’onorificenza di cavaliere.

Lo choc della pandemia

​​​​​​Ma arriva la pandemia, Bonacina decide di sospendere la produzione in modo da tutelare gli operai e chiede la cassa integrazione volontaria. Il virus impedisce la ripresa ma l’azienda resta in piedi. Fino ad oggi. Le lavorazioni sono finite, qualcuno si è dimesso. “Il 70% del nostro fatturato dipende dalla Same di Treviglio - ha chiarito Bonacina -. A ottobre non sono arrivati i pezzi da lavorare e ci è stato detto che dipendeva dalle fonderie ma a novembre ci hanno comunicato la notizia che ci ha tagliato le gambe: la multinazionale ha azzerato i programmi che aveva con noi. Se la crisi del settore c’è non sono certo io a criticare la Same, con la quale ci siamo sempre aiutati a vicenda, ma mi sarei aspettato una gestione diversa del problema. Avevamo presentato un piano industriale di cinque anni, fatto dei progetti, acquistato nuovi macchinari, nuove assunzioni a giugno di tre ragazzi, aumenti di stipendio per alcuni e di livello, passi che non avremmo fatto se avessimo saputo che non ci sarebbe stato più lavoro. I miei dipendenti ora hanno perso il posto, io e mia moglie ogni cosa: avevamo investito tutto nell’azienda, dove era impiegato pure nostro figlio più grande”.