
Nei prossimi giorni la salma di Sanae Lahbil, la quarantaquattrenne di origine marocchina trovata senza vita sotto al cavalcavia nel...
Nei prossimi giorni la salma di Sanae Lahbil, la quarantaquattrenne di origine marocchina trovata senza vita sotto al cavalcavia nel greto del fiume Serio, verrà restituita ai famigliari per la sepoltura. C’è il nulla osta del pm Angeleri, titolare del fascicolo (era stato aperto per omicidio volontario). La decisione dopo la relazione del medico legale Tajana: dall’accertamento non sono stati riscontrati segni di violenza. Dato importante in attesa dei risultati da parte dei Ris sugli esami tossicologici e istologici. Il fatto che non ci siano segni di violenza sposta il quadro delle ipotesi verso una morte accidentale. Non provocata da overdose (aveva un tasso leggermente alterato, anche quello alcolico), ma da un concorso di cause. Sanae Lahbil, una vita sregolata, faceva uso di cocaina. Il corpo seminudo era stato scoperto una domenica mattina a ridosso del fiume. Ma era lì da 48 ore. Le ecchimosi sul corpo sono compatibili con un contatto con le pietre del fiume, come se la donna avesse proceduto carponi per raggiungere la parte opposta del greto. Solitamente aveva i capelli lisci, ma il giorno del ritrovamento erano ricci. Questo vuol dire che è stata a contatto con l’acqua. Forse l’ebrezza del momento, forse il contatto prolungato con l’acqua gelida – o un mix – potrebbe essere stato il preludio a un malore, a una morte di stenti al buio e al freddo, agonizzante. Era senza cellulare, lasciato a casa di amici. F.D.