
In via Pascoli vivono e dormono molti senzatetto, ma anche spacciatori che danno vita a violente risse, con bottiglie di vetro rotte usate come arma
Bergamo – Non si placano le proteste dei residenti di via Pascoli contro il degrado della zona, a due passi dal centro di Bergamo, da tempo regno di senzatetto, balordi di ogni genere e spacciatori che danno vita a violente risse, con bottiglie di vetro rotte usate come arma, trafficano droga a tutte le ore del giorno, minacciano chi parcheggia, con persone che occupano lo stallo libero e chiedono 10 euro per spostarsi e far entrare l’auto. Idem per uscire: si piazzano davanti la macchina e vogliono soldi. Se non li si asseconda, il proprietario della vettura si trova il mezzo rigato. Senza contare i bivacchi dei senzatetto che dormono dappertutto.
“Siamo esausti, non ce la facciamo più – sottolineano i residenti –, il clima è diventato pesante. Ormai anche i ragazzini che abitano in questi palazzi non si fidano più a scendere in cortile a giocare. Con la chiusura dell’ufficio postale il flusso di gente è diminuito e diversi negozi hanno chiuso. Ma qui siamo in centro e c’è chi, la sera, parcheggia per andare a fare due passi sul Sentierone. E non gli viene di certo garantita la sicurezza. Che senso ha andare a colpire i ragazzini sulle Mura, in Città Alta, e non intervenire qui? Ci sentiamo abbandonati”.
Eppure i controlli non mancano. Una pattuglia degli agenti della polizia locale a piedi passa sovente a controllare la zona, così come fa una volante della questura. “Le persone che si trovano in via Pascoli non sono tutte delinquenti – ribatte l’assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni –. Lo potranno essere due su dieci e in quei casi si interviene. I controlli della polizia locale sono quotidiani. Per il resto, se sono persone che non commettono reati, non possono essere presi provvedimenti. Sono persone che hanno problemi e che non hanno una casa”
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“Senza dubbio – ribattono i residenti – molte di queste persone vanno aiutate e lo sappiamo bene. Ma lo deve fare chi è competente e con i giusti strumenti”. Spesso l’ex palazzo delle Poste è stato usato come rifugio proprio dai senzatetto. Ma ora sono iniziati i lavori di recupero e da un mese l’edificio è circondato da ponteggi. Negli ultimi due mesi erano stati effettuati quattro sgomberi e gli ingressi erano stati sigillati.