Terno d’Isola (Bergamo), 31 agosto 2024 – A Terno d'Isola, nella Bergamasca, il dolore per la morte di Sharon Verzeni si fa ancora sentire, ma c’è anche chi tira un sospiro di sollievo. La mattina dopo il fermo di Moussa Sangare, reo confesso dell'omicidio della 33enne, gli abitanti del paese ammettono di sentirsi più tranquilli.
“Siamo contenti che lo abbiano preso”, dice una dipendente di un bar pasticceria del paese. “Alcuni, segnati dal caso di Yara Gambirasio e dalla vicenda Bossetti, si chiedono se sia quello giusto. Ma ha confessato e fatto trovare l'arma del delitto, io penso di sì”.
Mai alcun dubbio, invece, sul fatto che non potesse trattarsi di un delitto passionale: "Lei era una ragazza così timida. Veniva qui, prendeva caffè e brioche e andava via. Quando abbiamo saputo quello che era successo, pensavamo a uno scambio di persona”.
In molti, tra chi conosceva Sangare nel piccolo Comune, dice che non lo vedeva in giro da tempo. “C'era gente che in questi giorni non usciva più per la paura - spiega un altro abitante -, soprattutto le donne”. Il senso di inquietudine, tuttavia, rimane: “Poteva capitare a chiunque”, osserva una barista.
In via Castegnate, nel luogo esatto dove è stata accoltellata e uccisa Sharon, è comparso questa mattina un nuovo mazzo di fiori bianchi. Chi era presente quando è stato lasciato racconta che provengono dal compagno Sergio Ruocco, arrivato intorno alle 9 e andato via subito dopo per proseguire il suo giro nel paese in cui abitava con la vittima.