
La vittima Mykola Ivasiuk Morì il 19 agosto 2024 a Casazza dopo essere stato colpito al volto Finì a terra battendo il viso
Sono stati condannati a cinque e otto anni i due indagati finiti a processo per la morte di Mykola Ivasiuk, avvenuta il 19 agosto 2024 a Casazza, fuori dal Rosy bar, in via Nazionale. La vittima, 38anni, ucraino, era caduta a terra sbattendo il viso, riportando un trauma che seppure di lieve entità causò un’emorragia, dopo essere stato colpito al volto con un pugno da M.R. 40 anni, calabrese, e alla nuca (con un bicchiere) dal marocchino M.A.M. entrambi accusati di omicidio preterintenzionale (non avevano intenzione di uccidere il 38enne ucraino) in concorso, aggravato dai futili motivi.
Le pene sono comunque inferiori rispetto alle richieste dell’accusa: sei anni e otto mesi per l’italiano e 10 anni per il marocchino. Giudicati con rito abbreviato, il gup ha anche disposto una provvisionale di 100mila euro per la madre e il fratello di Ivasiuk, che si sono costituiti parti civili con gli avvocati Emilio Tanfulla e Rocco Lombardo. Per l’italiano, assistito dagli avvocati Scalvi e Funaro il giudice ha escluso l’aggravante dei futili motivi, concedendo le attenuanti generiche, e condannandolo a cinque anni.
La discussione tra il calabrese e la vittima da quanto emerso, sarebbe scaturita per i modi in cui quest’ultimo aveva trattato sia la propria fidanzata che quella del 40enne. Inoltre proprio quest’ultimo si era anche fermato a soccorrere l’ucraino e aveva allertato il 112. Il tribunale ha invece ritenuto che sussistano le aggravanti dei futili motivi per il marocchino (condannato a otto anni), difeso dall’avvocato Bonomo. Il 33enne, dopo il fatto, era fuggito.
I legali del 40enne hanno chiesto, in via principale, l’assoluzione per il loro assistito perché il fatto non costituisce reato, e in subordine la derubricazione dell’ipotesi di reato in lesioni aggravate. Anche l’avvocato del marocchino ha chiesto la riqualificazione del reato. Riqualificazione non attuata dal tribunale.
F.D.