MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Sara Centelleghe è stata uccisa, ma la sua storia vive. A Lovere una targa contro la violenza sulle donne

L’iniziativa nell’istituto dove studiava la 18enne di Costa Volpino massacrata a forbiciate un mese fa, con dirigente, insegnanti e studenti. Fuori dai cancelli lo striscione “Sas una di noi”

La posa della targa dedicata a Sara Centelleghe uccisa un mese fa nella propria abitazione a Costa Volpino

La posa della targa dedicata a Sara Centelleghe uccisa un mese fa nella propria abitazione a Costa Volpino

Lovere (Bergamo) – Una targa per ricordare Sara Centelleghe, la diciottenne di Costa Volpino uccisa un mese fa con oltre trenta colpi di forbice nel suo appartamento dal vicino di casa Jashndeep Badan, 19 anni, in carcere a Bergamo con l’accusa di omicidio volontario. È stata affissa ieri mattina, giornata nazionale dedicata al contrasto della violenza sulle donne, all’istituto superiore Ivan Piana di Lovere, la scuola frequentata da Sara. La targa è stata posizionata nell’aula magna, che è stata dedicata alla sfortunata giovane. Alla cerimonia, in un clima di grande commozione, erano presenti gli insegnanti, i compagni di classe e i genitori della ragazza che hanno ringraziato la scuola per l’iniziativa.

“La targa è stata posizionata nel luogo dove, all’interno dell’istituto, si svolgono tutte le riunioni e tutti i momenti formativi collettivi, per ricordare a tutti che la violenza sui combatte insieme, tutti i giorni, con la cultura e l’educazione, con la conoscenza e il rispetto della Carta Costituzionale, con il dialogo tra le generazioni e con il rispetto degli altri”, hanno sottolineato gli insegnanti di Sara e la dirigente scolastica Celestina Zandonai. Sulla targa, su cui si legge “Contro ogni forma di violenza - Sara Centelleghe - 9 novembre 2005" (la data del suo compleanno), sono stati disegnati un paio di scarpette rosse e un girasole, il fiore preferito di Sara e il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

Fuori dall’istituto, sul cancello d’ingresso, i compagni e gli amici della 18enne hanno invece esposto uno striscione bianco con la scritta: “Sas sempre una di noi". “Sara era un’amica speciale, una giovane studentessa che si stava affacciando alla vita piena di sogni e speranze. Sognava di fare il chirurgo – hanno ricordato alcuni compagni di classe –. Per Sara questo sarebbe stato l’anno della maturità, quello che le è successo non è giusto”.

Nel tardo pomeriggio di ieri a Bergamo, invece, promosso dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere, si è tenuto un corteo che ha attraversato le vie della città fino a piazza Pontida. Numerose le persone, enti e associazioni che vi hanno partecipato: dal Comune di Bergamo alla Diocesi, una cinquantina di associazioni e realtà tra città e provincia e oltre 680 tra singoli cittadini. Hanno aderito anche il Pd e l’associazione Italia-Israele.