
"L'Arte del presepio" al chiostro di Santa Marta
Bergamo, 13 dicembre 2015 - Un balzo indietro nel tempo, alle origini della tradizione del presepio, quando, in attesa delle festività natalizie, la preparazione domestica della scena della Natività si trasformava in un “rito” per tutta la famiglia, oggi, purtroppo, spesso ridimensionato dalle mode e dalla frenesia consumistica. Ma la Banca Popolare di Bergamo non si stanca di riproporre, ogni anno a dicembre, l’ormai tradizionale mostra che racconta il modo di accostarsi al mistero della Nascita di Gesù da parte delle diverse culture del mondo.
L’iniziativa, che si rinnova ancora una volta, si chiama, non a caso, “L’arte del presepio” ed è curata, nell’edizione 2015, dalla Sezione presepi del Museo della Basilica di Gandino, in Valle Seriana, che ne custodisce oltre 300 provenienti da ogni parte del mondo e realizzati con varie tecniche e materiali. Il percorso espositivo è allestito nel centro di Bergamo, all’interno del chiostro di Santa Marta a due passi dalla sede dell’istituto di credito in piazza Vittorio Veneto, e propone una selezione di una ventina di capolavori provenienti, solo per citarne alcuni, da Francia, Argentina, Thailandia, Russia e Madagascar. Importanti anche i nomi degli artisti coinvolti – da Federico Severino a Francois Lavràt fino a Marilena Caccia e Giuseppe Armani – mentre nel salone interno della Popolare è stato collocato il prezioso presepio in vetro di Murano e oro zecchino, opera dell’atelier veneziano di Archimede Seguso. «Dal chiostro di Santa Marta, nel cuore di Bergamo, alla lontana Greccio quando, 792 anni fa, San Francesco volle ricordarne la genesi, rivive in questi piccoli capolavori il mistero della nascita di Gesù – osserva il presidente della Popolare, Gianfranco Frigeri –. Invitiamo tutti a visitare la mostra, augurandoci che questa pregevole collezione di presepi contribuisca a rendere serene e gioiose le prossime festività».
Determinante, per la realizzazione dell’evento, il contributo del Museo di Gandino, dove i presepi sono abitualmente conservati per ambiti geografici o per analogia di realizzazione, con percorsi destinati ai visitatori e itinerari specifici, con laboratori didattici, per le scolaresche, durante tutto l’arco dell’anno. «L’esposizione di Bergamo – dice il rettore, Silvio Tomasini – si propone di presentare il presepio non solo come simbolo tangibile della tradizione cristiana, ma anche come portatore di elementi culturali ed antropologici lontani. Proprio il presepio diviene espressione dello stupore davanti alla grotta di Betlemme che uomini provenienti da ogni parte del mondo provano nello scoprire il Dio divenuto Bambino». La mostra è visitabile, con ingresso libero, nei giorni feriali dalle 14 alle 17 e nei festivi e prefestivi dalle 10 alle 17.