
La gioia dopo il parto
Piario (Bergamo) - Fosse ancora aperto il punto nascite dell’ospedale di Piario, Chiara sabato mattina con tutta probabilità sarebbe venuta alla luce lì. Dopo un viaggio di pochi chilometri, quanti ce ne sono tra la piccola frazione di Marinoni di Ardesio, in Valle Seriana, e Piario. Invece è stata una corsa contro il tempo per percorrere il più in fretta possibile gli oltre trenta chilometri per raggiungere Seriate e l’ospedale Bolognini. Certo a meta strada c’è Alzano Lombardo, ma il punto nascite è chiuso dopo la bufera Covid.
La corsa della Panda di Marta Maver e Alex Verzeroli, entrambi quarantenni (la coppia ha altri due figli, Nicola di 8 anni e Marta di 2 anni e mezzo) si è interrotta a Nembro, uno dei paesi martoriati dalla prima ondata della pandemia: Alex ha accostato a un parcheggio di una delle tante ditte della zona, a pochi passi dall’Esselunga. E poco dopo il pianto di Chiara ha rotto il silenzio. La piccola pesa tre chili e due etti. E’ nata grazie anche all’assistenza di una ostetrica inviata dall’Ast di Seriate.
Un passo indietro. Piario è stato chiuso nel 2018 dopo che il Tar ha respinto la sospensione della delibera regionale. Vana anche l’azione intrapresa dai sindaci dell’Alta Valle Seriana e Valle di Scalve. Dopo la chiusura l’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Bergamo est ha messo in campo il percorso “Terre Alte”. Un progetto per i territori della Val Seriana, Val di Scalve e dell’Alto Sebino. Le ostetriche seguono le donne durante il periodo della gravidanza e dopo il parto. Un percorso che continua anche nel periodo del puerperio, quando le donne tornano a casa, con visite a domicilio. Un servizio che adesso si sta estendendo in provincia, ma che nella nostra realtà avviene già da alcuni anni.
Il progetto è cresciuto, anche passando attraverso un anno difficile come il 2020. Ma ora la vicenda della bimba nata in auto a Nembro ha riportato l’attenzione sui punti nascita della Val Seriana. Jacopo Scandella, consigliere regionale del Partito democratico, è tornato a chiedere la riapertura a Piario con una mozione all’assessora regionale al Welfare Letizia Moratti depositata il 17 marzo. "Per fortuna sabato è andato tutto bene – ha dichiarato Scandella -, ma la scelta della giunta Fontana di chiudere il punto nascita di Piario si conferma sbagliata ogni volta che si mette a rischio la salute e il benessere di una donna e della sua famiglia. Piario serviva 44 comuni montani per una popolazione di 109mila abitanti, che ora, dopo che anche l’attività del punto nascita di Alzano è stata sospesa, hanno come punto nascite di riferimento il Bolognini di Seriate, che per alcuni è distante più di un’ora di viaggio".
"Non mi sono mai rassegnato a quella decisione – aggiunge il consigliere regionale – e tre giorni fa ho depositato una nuova mozione per chiedere alla giunta regionale, quindi alla nuova assessora Letizia Moratti, di riaprire il punto nascite di Piario e il servizio di pronto intervento pediatrico aperto 24 ore su 24, garantendo gli standard necessari di sicurezza. Mi auguro che sia discussa il prima possibile come è avvenuto per il punto nascite dell’ospedale di Iseo, su iniziativa degli esponenti del centrodestra locale. Lo spopolamento della montagna va combattuto su tutti i fronti – conclude Scandella – anche e soprattutto quello dei servizi per le giovani famiglie”. Che pur vivendo in montagna non sono cittadini di serie B.