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Bossetti esce dal carcere, visita alla camera ardente del padre Giovanni

Massimo Bossetti ha ottenuto il permesso per visitare il corpo di Giovanni Bossetti, morto alle 5 del mattino di Natale. La sorella: "Ci auspichiamo che ora Massimo possa partecipare al funerale di nostro padre"

Giovanni Bossetti con la figlia Laura

Bergamo, 26 dicembre 2015 - Massimo Bossetti ha visitato il corpo del padre anagrafico Giovanni nell'hospice dell'ospedale papa Giovanni XXIII a Bergamo, dove l'anziano è morto a 73 anni nel mattino di Natale in seguito a una lunga malattia. Il carpentiere di Mapello accusato in processo nel capoluogo orobico dell'omicidio di Yara Gambirasio, ha avuto dunque il permesso richiesto ed è arrivato nel nosocomio poco prima delle 11. Un'ora prima alcuni agenti in borghese avevano svolto un sopralluogo.

Una volta dato il via libera alle 10.50 Bossetti è arrivato a bordo di un furgone della polizia penitenziaria ed è sceso accompagnato da sei agenti, tre davanti e tre dietro. I fotografi sono stati mantenuti a distanza di sicurezza. Una volta entrato nella struttura ha incontrato la famiglia paterna: mamma Ester, la sorella Laura Letizia (gemella) e il fratello Fabio. La visita è durata mezz'ora. All'uscita, erano le 11.30, Bossetti è stato fatto passare dal retro. Nel pomeriggio l'imputato incontrerà nel carcere di via Gleno la moglie Marita Comi e i tre figli della coppia che al Giovanni XXIII non erano presenti.

Nel mattino di domenica 26 Bossetti ha fatto richiesta al presidente della Corte d'Assise di Bergamo, Antonella Bertoja, di poter essere presente anche al funerale del padre. Il rito si terrà martedì 29 dicembre alle 10 nella parrocchia di San Vittore Martire a Terno d'Isola il paese dove Giovanni Bossetti risiedeva con Ester Arzuffi, 68 anni.

"Ci auspichiamo che ora Massimo possa partecipare al funerale di nostro padre", ha dichiarato la sorella gemella di Massimo Bossetti, Laura Letizia, presente alla camera mortuaria del padre Giovanni. "È un grande dolore per tutti noi - sottolinea Laura Bossetti -: è da diciotto mesi che soffriamo, nostro padre ha scoperto la malattia un mese prima di quanto è poi accaduto a Massimo. Ma non ha mai fatto pesare la sua sofferenza. Da due settimane era ricoverato qui: alternava periodi di ricovero a periodi a casa. Ora ci auspichiamo davvero che Massimo possa partecipare al funerale: del resto lo avevano già autorizzato per due volte a fargli visita quando era ricoverato in ospedale".

Nelle indagini sul delitto di Chignolo d'Isola è emerso che, in base alle analisi sul Dna, Giovanni Bossetti potesse essere solo il padre anagrafico di Massimo. Il figlio a sua volta ha sempre creduto che Giovanni fosse suo padre naturale, diversamente da quanto rilevato dalle analisi sui marcatori genetici che avrebbero provato la paternità di Giuseppe Guerinoni, autista di autobus di Gorno morto nel 1999, in seguito a una relazione extraconiugale con Ester. Quest'ultima dal canto suo non ha mai smesso di dire al figlio: "Devi essere sicuro che sei figlio mio e dell’uomo che hai sempre avuto vicino".

(ha collaborato Gabriele Moroni)