Yara, Bossetti può vedere la madre e il padre malato. Sequestrate le fatture del muratore di Mapello

Il pubblico ministero ha autorizzato il colloquio tra il presunto assassino di Yara, Massimo Bossetti, e i genitori. I legali hanno presentato un'istanza di dissequestro relativa alla casa dell'artigiano di Michele Andreucci

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Bergamo, 24 luglio 2014 - Dopo la moglie, il fratello e la cognata, Massimo Bossetti, l’artigiano edile di 43 anni in carcere dal 16 giugno con l’accusa di essere il killer di Yara Gambirasio, potrà vedere anche la madre Ester Arzuffi e il padre Giovanni Bossetti, l’uomo che per tutti questi anni ha creduto fosse il suo genitore naturale e che lo ha cresciuto (da quando è stato arrestato, Bossetti non ha più visto nè il padre nè la madre). Il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha infatti accolto l’istanza presentata dal legale dell’indagato, l’avvocato Silvia Gazzetti, e ha autorizzato il colloquio. Adesso resta da capire se Giovanni Bossetti, che è gravemente malato (dopo un periodo trascorso in ospedale, attualmente si trova a casa), sarà in grado di recarsi nel carcere di Bergamo per il colloquio. Massimo Bossetti, che aveva espresso il desiderio di rivedere il genitore nei giorni scorsi, ha sempre sostenuto di aver scoperto solo un mese fa di essere il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno deceduto nel 1999 con il quale, secondo gli inquirenti, aveva avuto una relazione Ester Arzuffi. Da questa storia d’amore, sempre negata dalla donna nonostante i riscontri del dna, sarebbe nato Massimo. «Mia madre Ester mi disse che conosceva Guerinoni , ma non mi parlò affatto di una relazione con lui. Vorrei chiederlo adesso, a mia madre: sono figlio di quell’uomo?», aveva detto il 19 giugno scorso Massimo Bossetti durante l’interrogatorio per la convalida del fermo, davanti al gip Ezia Maccora e al pm Letizia Ruggeri. In precedenza, più volte il murarore aveva definito la cosa “impossibile”. Sul fronte delle indagini, intanto, gli inquirenti hanno sequestrato una ventina di fatture nelle ditte da cui Bossetti si riforniva di materiale edile da utilizzare nel suo lavoro sui cantieri. Il sequestro di tale materiale servirà ad effettuare verifiche importanti ai fini dell’inchiesta, perchè le date di quelle fatture devono essere incrociate con i tabulati telefonici dell’indagato e in particolare con i dati relativi alle celle della telefonia mobile agganciate dal suo telefonino nei giorni precedenti la scomparsa di Yara. In questo modo si potranno verificare ulteriormente gli spoostamenti dell’indagato e la sua eventuale presenza a Brembate Sopra il giorno della scomparsa della ragazza.

I legali di Bossetti hanno invece presentato in Procura un’istanza di dissequestro relativa all’abitazione della famiglia dell’artigiano, situata in via Piana di Sopra 5, a Mapello. «I Ris hanno compiuto i loro sopralluoghi — ha spiegato l’avvocato Silvia Gazzetti — quindi non è più necessario tenere i sigilli alla casa». La famiglia di Yara, infine, ha nominato un altro legale, che andrà ad affiancare Enrico Pelillo. Si tratta del noto avvocato penalista bergamasco Andrea Pezzotta. Quest’ultimo è formalmente il legale di Maura Panarese, mentre Pelillo assiste il marito, Fulvio Gambirasio.