La cascina dell'omicidio del prof
Entratico (Bergamo), 7 ottobre 2018 - Il sito della cascina è oscurato. Appare solo il simbolo del lutto, una coccarda nera. Tutte le attività alla fattoria didattica di via Chiosi, teatro dell’omicidio, sospese. Non le indagini che proseguono con gli interrogatori, soprattutto di cittadini stranieri che in qualche modo hanno avuto a che fare con il professor Cosimo Errico, 58 anni, docente al Natta, residente con la famiglia in vicolo Bancalegno, in centro città, ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì con dieci coltellate (come è emerso dall’autopsia). Poi l’assassino o gli assassini, per depistare gli inquirenti, hanno cosparso il corpo con liquido infiammabile, molto probabilmente benzina, e gli hanno dato fuoco. L’ora della morte, vista la parziale carbonizzazione, non è stata stabilita. Gli inquirenti hanno ristretto il campo tra le 18, ora dell’ultimo contatto telefonico con i famigliari, e mezzanotte e mezza, quando il figlio della vittima, Simone, ha fatto la terribile scoperta.
L’arma non si trova: si cerca un coltello a lama liscia. Il movente. I carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pm Carmen Santoro, sembrano ormai restringere il campo. L’ipotesi della rapina non convince, perché il portafogli del professore è stato trovato con un centinaio di euro. Oltretutto la fattoria di Entratico, dove venivano organizzate visite per scolaresche, non aveva nemmeno la serratura alla porta. Anche la pista passionale, o quella legata al mondo della scuola non trovano riscontro. Un punto debole del professore era il suo carattere, brusco, prepotente e autoritario, tratti che riversava soprattutto con i dipendenti stranieri che lavoravano alla fattoria. Alcune testimonianze hanno evidenziato continui litigi con gli immigrati che venivano pagati poco (pare 8 euro all’ora) e impiegati per qualsiasi mansione all’interno della cascina.