Ucciso a coltellate e poi bruciato: orrore a Bergamo, la morte di un prof

Il corpo carbonizzato ritrovato dal figlio in una cascina didattica

Cosimo Errico, il professore ucciso

Cosimo Errico, il professore ucciso

Entratico (Bergamo), 5 ottobre 2018 - Una decina di fendenti, alla testa, al collo e alle mani. Cosimo Errico, 58 anni, originario di Lecce, residente da tempo a Bergamo, in vicolo Bancalegno, in centro città, professore stimato all’istituto chimico Natta di Bergamo – dove insegnava materie come biochimica, biologia e microbiologia – ha cercato di difendersi dal suo o dai suoi aggressori che hanno infierito su di lui.

Si pensa con un coltello a lama lunga (non certo di quelli utilizzati in cucina), ma non si può escludere nemmeno una roncola o una piccola accetta, attrezzi agricoli: l’arma del delitto non è stata ancora trovata. Anche perché nella zona non ci sono telecamere, e nemmeno un sistema di videsorveglianza comunale. Il cadavere del prof era nella ‘Cascina dei fiori’, una sorta di agriturismo didattico a Entratico, in Valle Cavallina, una ventina di chilometri da Bergamo, che l’uomo gestiva da oltre 15 anni. L’omicidio nella notte tra mercoledì e ieri. A fare la terribile e macabra scoperta è stato il figlio unico della vittima, Simone, studente universitario, allarmato dopo che a tarda sera non era riuscito a mettersi in contatto con il papà. Il corpo del professore era nella cucina, semicarbonizzato, in un primo momento la morte sembrava riconducibile a una folgorazione dovuta a un filo guasto.

Ma il medico legale ha riscontrato le ferite di arma da taglio, sufficienti per indirizzare gli investigatori in un’altra direzione, quella del delitto. Stamattina alle 10 è in programma l’autopsia e dall’esame, che sarà eseguito dal patologo Yao Chen (università di Pavia) si potranno avere altri elementi. Alcune persone sono già state sentite. La rapina sembra la pista più debole, come quella passionale o famigliare, mentre gli inquirenti, coordinati dal pm Carmen Santoro, stanno prendendo in esame quella legata al mondo del lavoro e qui hanno concentrato l’attenzione. Il docente gestiva da solo la cascina. Mercoledì mattina aveva ricevuto la visita di una classe. Nel mandare avanti la cascina, Errico si faceva aiutare da stranieri. Non si può escludere – e la famiglia propende per questa ipotesi – che mercoledì possa esserci stato uno screzio, un dissidio tra il docente e l’aggressore o gli aggressori. La vittima ha cercato di difendersi, ma inutilmente.