MILANO
"Le attività stanno cercando di contenere gli aumenti dei listini". Come esempio Fabio Acampora (nella foto), vicepresidente vicario di Epam, cita "il prezzo del caffè". "Non ha subìto aumenti per i consumatori durante questi mesi segnati dall’inflazione", spiega il rappresentante dell’associazione pubblici esercizi di Confcommercio Milano.
L’adeguamento dei prezzi delle consumazioni ai tavolini è l’unica strada percorribile?
"Nei limiti del possibile si sta cercando di non intervenire".
Secondo l’Istat in alcune province si è intervenuti però...
"Ci sono differenze. Una realtà come Milano è più costosa anche per gli affitti che le attività sono chiamate a pagare rispetto a zone come Pavia, Cremona o Monza. Milano, però, è una città che riesce a supportare il potere d’acquisto dei cittadini". Quali altri costi stanno mettendo in difficoltà i bilanci delle attività oltre ai rincari delle materie prime?
"Sono aumentate le spese dei trasporti a causa del caro-energia e dei prezzi dei carburanti e i compensi ai collaboratori. Il costo del lavoro è cresciuto del 20-30%, abbiamo dovuto rivedere i Ral. Dopo il Covid è più difficile trovare personale competente: quando lo trovi lo devi pagare più di prima".
Teme una diminuzione di presenze nei bar e nei ristoranti con l’aumento dei prezzi?
"I valori sono tornati in linea con il 2019 dopo l’exploit dell’anno scorso. Siamo quelli che riusciamo a far diventare la giornata migliore. Siamo un aggregatore, un’evasione nei momenti più difficili: difficilmente si rinuncia a un’uscita".
L.B.