Bergamo – L’imputato, Matteo Lombardini, 35 anni (assistito dall’avvocato Marco Filippo Avilia) è rimasto nella Rems di Castiglione delle Stiviere, la struttura sanitaria di accoglienza per autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Prima udienza ieri mattina in Corte d’Assise (presidente Ingrascì) che deve giudicare il giovane che nel novembre 2023 nell’appartamento di via Rossini a Nembro uccise a coltellate il padre Giuseppe, 72 anni, pensionato, e ferì la madre Mariangela Stella, 67 anni.
Era nel pieno di una crisi psicotica, sentiva delle voci che gli dicevano di ammazzare. Quella sera aveva afferrato un coltello dalla cucina di 30 centimetri con cui aveva aggredito il padre colpendolo cinque volte. Poi con lo stesso colpì la madre intervenuta per difendere il marito, provocandole ferite a volto, nuca e braccia giudicate guaribili in 40 giorni.
All’esito della perizia psichiatrica effettuata dal dottor Biza in sede di incidente probatorio, era stata accertata la totale incapacità di intendere e volere del giovane, oltre alla pericolosità sociale. E lo stesso dottor Biza ieri mattina davanti alla Corte ha fatto un quadro della situazione del trentacinquenne. Rimane la pericolosità sociale, la Rems a ora è il luogo più idoneo per curarlo dai suoi disturbi. Ha riscontrato “una personalità psicotica, con assoluta mancanza di consapevolezza critica”. Infatti imputa l’omicidio alla sua schizofrenia senza ravvisare la sua colpa.
La corte ha deciso di nominare un perito, il dottor Marchesi, che dovrà valutare la gravità delle ferite subite dalla mamma. Anche perché in base all’esito l’imputato potrebbe rispondere oltre che dell’omicidio del padre anche del tentato omicidio della madre invece che di lesioni gravi. Incarico che verrà affidato nell’udienza del 14 dicembre.
Già nel 2009 il trentacinquenne aveva aggredito i genitori con delle forbici e a processo era stato assolto per i suoi problemi mentali. Si era curato e per 14 anni episodi del genere non si erano ripresentati. Nella settimana precedente all’omicidio Lombardini era andato all’ospedale di Alzano Lombardo perché sentiva di non stare bene, ma i sanitari non avevano ritenuto necessario il ricovero. Era stato dimesso con una prescrizione per l’acquisto di farmaci e con il consiglio di rivolgersi al Cps. Ma nell’estate del 2023 aveva troncato i rapporti per affidarsi a una psichiatra privata. Sintomo, secondo l’esperto, di una volontà di interrompere la terapia.