Morti di Covid nella Bergamasca, chiesta l’archiviazione per Conte e Speranza

L’ex premier e l’ex ministro della Salute sono tra gli indagati nell’inchiesta sulla presunta mala gestione della prima ondata del virus in Val Seriana. I familiari delle vittime: “Tradita la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio”.

L'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Sanità, Roberto Speranza

L'ex premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Sanità, Roberto Speranza

Brescia, 29 maggio 2023 – La Procura di Brescia avrebbe chiesto al Tribunale dei Ministri di archiviare l'indagine nei confronti dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza finiti indagati per la gestione della prima ondata di Covid nella Bergamasca. 

La deposizione

Conte e Speranza, tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla presunta mala gestione della prima ondata di Covid-19 in Val Seriana, sono stati sentiti il 10 maggio scorsi proprio in Tribunale a Brescia.

Intanto è entrata nel vivo la maxi causa civile entra nel vivo a Roma nella quale oltre 600 familiari delle vittime di Covid sparsi per tutta Italia (molti sono riuniti nell'associazione #Serenisempreuniti) chiedono il risarcimento del danno parentale a tre istituzioni: Regione Lombardia, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio.

I familiari delle vittime

"Questa non è giustizia, con questa richiesta è stata tradita per l'ennesima volta la memoria dei nostri cari e il loro sacrificio”, hanno commentato i familiari delle vittime del Covid riuniti nell'Associazione #Sereniesempreuniti alla notizia che la Procura di Brescia ha chiesto al Tribunale dei Ministri di archiviare l'indagine nei confronti dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza. “Ricordiamo che la Procura di Bergamo, partendo anche dai nostri esposti, ha lavorato 3 anni a questa maxi indagine che coinvolge politici e funzionari a tutti i livelli - prosegue la nota -. Le responsabilità  accertate che hanno causato le morti dei nostri cari sono inconfutabili. Anche noi, con i nostri legali, da 3 anni ci battiamo per fare memoria e per ottenere la verità. Ora toccherà al Tribunale dei Ministri esprimersi: la questione non e' chiusa, confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto, perché il Covid19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò”.