Morti di Covid a Bergamo, la maxi causa civile entra nel vivo a Roma

Oltre 600 familiari delle vittime di Covid sparsi per tutta Italia (molti sono riuniti nell'associazione #Serenisempreuniti) chiedono il risarcimento a Regione Lombardia, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio.

Giuseppe Conte (a sinistra) e Roberto Speranza in Parlamento nel pieno della pandemia

Giuseppe Conte (a sinistra) e Roberto Speranza in Parlamento nel pieno della pandemia

Bergamo – Entrerà nel vivo domani la causa civile attraverso la quale oltre 600 familiari delle vittime di Covid sparsi per tutta Italia (molti sono riuniti nell'associazione #Serenisempreuniti) chiedono il risarcimento del danno parentale a tre istituzioni: Regione Lombardia, Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio.

Soldati al cimitero maggiore di Bergamo si preparano a caricare le bare per la cremazione in piena pandemia
Soldati al cimitero maggiore di Bergamo si preparano a caricare le bare per la cremazione in piena pandemia

Le contestazioni

Il periodo contestato dagli avvocati (Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini e Alessandro Pedone), che il 23 dicembre 2020 hanno intrapreso il procedimento giudiziario, comprende due periodi: una prima fase quando, a inizio 2020, gli enti chiamati a rispondere non misero in atto (secondo i legali) tutta una serie di adempimenti di legge, causando la morte di migliaia di persone; le fasi successive di gestione della pandemia fino a fine febbraio 2021.

L’accusa

“Tra questi morti ci sono molti nostri cari - spiegano dal direttivo dell'Associazione dei familiari delle vittime del Covid19 #Sereniesempreuniti, che partecipano e sostengono la causa -, per cui chiediamo giustizia e il risarcimento delle loro morti evitabili". Da quel 23 dicembre del 2020, l'anno più duro della storia contemporanea per l’Italia intera, diversi familiari si sono uniti alla causa civile anche grazie all'attività di sensibilizzazione di #Sereniesempreuniti. Lo hanno fatto con altri tre interventi, di cui l'ultimo perfezionato una settimana fa.

Ora i legali dell'Associazione e delle famiglia, l'Avvocatura dello Stato, i legali di Regione Lombardia, le assicurazioni (Assicurazioni Generali e Unipol insieme, Lloyds), che si sono costituite dopo essere state chiamate in causa da Regione Lombardia, potranno fare le prime mosse davanti al giudice del Tribunale Civile di Roma.

In tribunale

Domani a Roma si terrà la prima udienza. Sarà a "trattazione scritta", come previsto dalla recente Legge Cartabia. "Abbiamo preparato - spiega Consuelo Locati - le note da depositare in udienza, ossia quello che chiediamo al Giudice, assumendo sommaria posizione sulle contestazioni che sono state mosse dalle controparti e dalle assicurazioni. Chiederemo inoltre i termini istruttori, ossia i termini per depositare gli atti in cui dovremo contestare dettagliatamente tutte le argomentazioni avversarie, depositare le perizie dei nostri periti e citare i testimoni".

Conte e Speranza

Di fatto l'udienza servirà proprio per la concessione dei termini istruttori, per tutte le parti in causa. Il Giudice farà sapere la sua decisione con il deposito dell'ordinanza, una volta sciolta la riserva. I legali delle famiglie contestano all'allora premier Giuseppe Conte e del ministro della Salute del tempo, Roberto Speranza, di non avere messo in campo le misure previste dalla legge, a cominciare dal piano pandemico nazionale. Entrambi risultano indagati.

La “zona rossa”

Contestata anche la responsabilità concorrente di Regione Lombardia per non avere istituito tempestivamente "la zona rossa" nella Bergamasca e per non avere adeguato/attuato il piano pandemico regionale e l'infondatezza delle argomentazioni a difesa svolte da Regione Lombardia, che sostiene di avere seguito tutte le indicazioni della task force regionale, ma che non produce alcun documento a sostegno e prova. Viene eccepito anche che le compagnie assicurative possano avere titolo per intervenire su alcuni aspetti del giudizio.

La lista degli indagati

"Questi punti - dice Consuelo Locati - sono noti all'opinione pubblica grazie anche al mastodontico lavoro della Procura di Bergamo, che ha chiuso l'indagine penale con diciannove indagati. L'informativa è stata depositata anche a Roma a sostegno di tutta la documentazione che abbiamo prodotto a favore dei nostri assistiti. Ricordiamo anche che gli atti del procedimento civile sono visibili solo alle parti in causa. Perciò i dettagli possono essere forniti solo dai procuratori delle parti che agiscono in giudizio e non da terzi estranei".

Domani i familiari non saranno a Roma, all'esterno del Palazzo di giustizia, com'è invece avvenuto l'8 luglio dello scorso anno, quando si erano costituiti la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute. "Il nostro supporto - fa sapere il direttivo di #Serenisempreuniti - è costante, come lo è stato per la Procura di Bergamo, che ha lavorato anche grazie ai nostri esposti. Riteniamo che i nostri avvocati e il Giudice debbano lavorare in serenità. Confidiamo nella giustizia, viste le schiaccianti evidenze documentali che dimostrano le responsabilità degli enti chiamati in causa".