Calcio violento, 17enne espulso a fine partita prende a pugni l’arbitro e gli rompe il naso

È successo a Rovetta, in provincia di Bergamo. Il giocatore Colicoderviese ha aggredito il direttore di gara poco più grande di lui con tre pugni al volto

Il campo da calcio di Rovetta, in provincia di Bergamo

Il campo da calcio di Rovetta, in provincia di Bergamo

Calcio violento anche fra i giovanissimi. La partita era finita e le due squadre stavano tornando negli spogliatoi dopo un pareggio quando un giocatore della Colicoderviese di 17 anni si è diretto verso l’arbitro e gli ha assestato diversi pugni sul naso, davanti ai compagni di squadra esterrefatti, provocandogli la frattura del setto nasale. L’arbitro aveva estratto il cartellino rosso a pochi minuti dalla fine del match. Il 17enne gli ha assestato tre pugni in faccia, provocandogli la rottura del setto nasale.

È accaduto ieri alle 12.30 a Rovetta, nella Bergamasca, al campo di calcio che la squadra locale ha messo a disposizione per la partita di campionato degli allievi regionale Under 17 Vertovese-Colicoderviese. Protagonisti in campo ragazzi del 2006, arbitrati da un direttore di gara quasi coetaneo, un 19enne. Un arbitraggio corretto, a detta di chi si trovava sugli spalti, ma che non è piaciuto al giocatore lecchese che si è visto espellere poco prima della fine del secondo tempo.

Al doppio fischio finale, i calciatori delle due squadre si sono diretti verso gli spogliatoi, arbitro compreso. Il giocatore espulso ha aspettato il direttore di gara e lo ha colpito con violenza al volto, sotto gli occhi esterrefatti dei compagni. Il 19enne ferito ha iniziato a perdere molto sangue dal naso, così è stata chiamata un’ambulanza.

Il personale medico è intervenuto al centro sportivo di via Papa Giovanni e ha soccorso l’arbitro, che è stato trasportato all’ospedale di Piario con una frattura, fortunatamente di lieve entità, del setto nasale. Il giovane è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni. Avrà tempo novanta giorni per sporgere eventuale denuncia nei confronti del proprio aggressore.