GABRIELE MORONI
Cronaca

È caccia al killer di Sharon Verzeni: “Facciamo tutti il test del Dna per smascherare l’assassino”

Prelievi a tappeto come per il delitto di Yara Gambirasio. I residenti di Terno tra paura e indignazione: "Tra noi c’è l’omicida. Chi non sarebbe preoccupato?”

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Sharon Verzeni uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi: aveva 33 anni

Terno d’Isola, 16 agosto 2024 – “La gente ha paura. È preoccupata. Chi non sarebbe preoccupato con un assassino in giro. Fra noi c’è un assassino. Dovremmo fare tutti il test del Dna per smascherarlo”. È deciso il parere della titolare della panetteria Lodovici in via Castegnate a Terno d’Isola, a pochi passi da dove Sharon Verzeni ha incontrato il coltello del suo assassino. La gente di Terno d’Isola è pronta. Divisa fra indignazione e paura, decisa a dare suo contributo per scoprire il killer della 33enne originaria di Bottanuco. Per il momento quella dei campioni biologici per estrarre il codice genetico non è una raccolta massiva come quella che nell’inchiesta giudiziaria per l’omicidio di Yara Gambirasio toccò il numero record di 22mila campioni salivari da cui estrarre i Dna. Operazione che consentì agli inquirenti di risalire a Massimo Bossetti poi condannato per il delitto.

I primi campioni salivari acquisiti

Dall’inizio delle indagini sulla morte di Sharon a oggi i carabinieri hanno acquisito una trentina di campioni salivari: la cerchia più vicina alla vittima, persone che, come i primi due soccorritori (un ragazzo e una ragazza) e il personale del 118, nella concitazione del momento potrebbero avere involontariamente inquinato la scena del delitto, persone che si trovavano a passare nelle vicinanze e che sono state inquadrate dalle telecamere, i proprietari di cellulari che in quei momenti hanno agganciato la cella telefonica che copre l’area di via Castegnate.

Sono stati raccolti (a scopo “preventivo”) dicono gli inquirenti anche i campioni salivari di pregiudicati, sbandati, gente senza fissa dimora, personaggi ritenuti di “interesse investigativo” che un domani potrebbero anche emigrare in altri lidi o risultare irreperibili. Ma è tutt’altro che escluso che il raggio della raccolta non si allarghi anche ai residenti di via Castegnate e della zona, sia uomini sia donne. Si tratterebbe, allora, di una profilatura sul “modelloYara.

In attesa degli esami del Ris 

Questo mentre si è ancora in attesa dei risultati degli esami del Ris di Parma sugli abiti della vittima, i coltelli sequestrati, altri oggetti trovati sul luogo dell’uccisione di Sharon (come le cuffiette con cui ascoltava musica nei suoi ultimi minuti di vita). I carabineri di Bergamo e della stazione di Calusco d’Adda hanno invece ascoltato decine di persone che abitano in via Castegnate e nelle vicinanze, anche alla ricerca del personaggio, per ora misterioso, filmato da una telecamera mentre, in bicicletta, percorreva contromano via Castegnante (strada a senso unico) in un orario compatibile con quello dell’omicidio.

L’ombra del caso Yara si proietta sulla tragedia di Terno d’Isola. Giovanni Cassese è a passeggio con il suo cagnolino. “Ai tempi di Yara sono stato chiamato dai carabinieri di Zogno per il test del Dna. Ci sono andato. Se mi chiameranno, lo farò anche questa volta. Tranquillamente”. “Sono disponibile – dice Evel Calvetti –. Se verrò convocato per il Dna, andrò. So di un mio conoscente e di altri a cui è stato richiesto. Non conoscevo la ragazza uccisa. Abito qui da venticinque anni, ma la mia vita si svolge anche altrove”.

L’urlo straziante nella notte e l’enigma del percorso

La signora Anna abita al numero 34 di via Castegnate. “Spero che lo prendano, quel vigliacco. Non saprei chiamarlo in un altro modo”. Come in un sinistro gioco di scatole cinesi nell’enigma di Terno d’Isola, un interrogativo rimanda ad un altro. La notte fra il 29 e il 30 luglio Sharon Verzeni si allontana attorno a mezzanotte dall’appartamento di via Merelli che da tre anni divide con il fidanzato Sergio Ruocco. Compie un percorso di 2 chilometri e 700 metri.

Dalla telecamera che riprende per l’ultima volta Verzeni al luogo dell’aggressione c’è una distanza di 250 metri, che potrebbe venire coperta in non più di un minuto. Se ci si basa sull’orario della sua disperata chiamata al 118, alle 0.52, Sharon impiega invece 3 minuti. Cosa è accaduto in quel lasso di tempo? Sharon ha incontrato il suo assassino, prima di essere colpita per quattro volte, ha discusso con lui? Su quella terribile notte affiora la testimonianza di Orietta Mortari: “Abito in via Roma, sopra la farmacia. In linea d’aria saranno 300 metri da dove è stata uccisa la ragazza. Sarà stata, più o meno, l’una meno un quarto di notte. Ho sentito per due volte un urlo straziante, un ’ahhh‘ prolungato di una voce di donna”. I carabinieri stanno anche analizzando la ’copia forense’ del cellulare della vittima per cercare eventuali chat o messaggi nascosti, verificando anche possibili chiamate fatte o ricevute.