"Elly sempre con noi" Duemila in lacrime per l’ultimo saluto a Elena Fanchini

La campionessa dello sci stroncata da un male incurabile a 37 anni. Il parroco: ha corso la sua ultima, dolorosa gara con dignità e bellezza

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di Milla Prandelli

Elena Fanchini, la campionessa di sci di 37 anni morta nei giorni scorsi a Solato di Pian Camuno, ora è una stella in cielo, dopo esserlo stata in terra. Ieri, sotto un sole meraviglioso e incredibilmente caldo per febbraio, ha vinto la sua ultima gara, quella che l’ha condotta in cielo. La piccola chiesa della frazione di Solato di Pian Camuno non è bastata a contenere le oltre duemila persone arrivate per salutarla e rimaste compostamente sul sagrato, dove è stata proiettata tutta la funzione, così come in oratorio.

A rendere omaggio alla sportiva e alla sua famiglia, gli amici di sempre, le ex compagne di squadra e una foltissima rappresentanza dello sciclub Rongai, dove lei e le sorelle Nadia e Elena si sono tesserate per la prima volte. Ancora: non sono mancate rappresentanze della Fis, il fan club Sorelle Fanchini e tanti colleghi della Guardia di Finanza. Il feretro è arrivato in chiesa alle 10.30, portato a spalle, tra gli altri dalle sorelle, che non l’hanno mai lasciata sola nei giorni di malattia e in quelli, dolorosi, in cui è rimasta per l’ultima volta nella casa dove viveva con il marito Denis. Difficile, anzi, impossibile raccontare lo strazio di chi la amava e il dolore anche di chi non la conosceva personalmente ma la amava perché grande sportiva.

Don Simone, parroco di Solato, ha voluto parlare di risurrezione e speranza, andando poi a concentrarsi su Elena "Tavole (dove viveva Elena, ndr) e la nostra chiesa sono una finestra sulla bellezza e il paradiso. In cui non si capisce se si sale o si scende. Elena è salita e noi siamo certi che in questa ultima gara, non in discesa, è arrivata prima. Troppo prima. Ma prima. È stata una gara assurda, che non voleva correre, ma che ha corso con dignità e con bellezza". I saluti rivolti a Elly, che tutti hanno ricordato come quanto di meglio Brescia, l’Italia e la Valcamonica abbiano offerto alla gente, alla nazione, allo sport, sono stati diversi, sia fuori sia dentro la chiesa. Da quello degli amici a quelli delle compagne di squadra, delle istituzioni, della Fisi e della Guardia di Finanza. Quello che nessuno dimenticherà è quello della famiglia. "Elena non dovevi entrare così oggi, dovevi entrare con l’abito bianco – ha detto mamma Sandra – però, pazienza, il Signore ti ha voluto con sé. Ti ha aiutato a morire serenamente. Venerdì abbiamo cenato insieme, hai anche fatto la pasta della pizza. Il giorno dopo mi ha detto che Nadia è di nuovo incinta. È stata una bella notizia e ci siamo abbracciate. In questi giorni ho visto tanto amore. Fiumi di gente. Grazie a tutti".

Fuori dalla chiesa il lancio di palloncini bianchi ha accompagnato il feretro di Elena. Il sole, a quel punto se n’è andato, lasciando il posto al gelo.