F.D.
Cronaca

Assalto alla Berghem Fest, la prescrizione porta sconti

Intanto gli agenti della Digos della questura di Bergamo stanno passando al setaccio le immagini di videosorveglianza per applicare nuovi Daspo ai 500 ultrà giallorossi, per gli scontri dopo la partita di domenica 20

Un momento degli scontri fra romanisti e Forze dell’ordine domenica dopo la partita vinta dall’Atalanta (De Pascale)

Bergamo, 22 novembre 2016 - Mentre gli agenti della Digos della questura di Bergamo stanno passando al setaccio le immagini di videosorveglianza per applicare nuovi Daspo ai 500 ultrà giallorossi, protagonisti dei disordini accaduti ieri allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” a fine della partita da Atalanta e Roma (il bilancio è stato di cinque feriti: un agente e quattro steward), nel frattempo ieri da Brescia è arrivata la sentenza di appello del maxi-processo agli ultrà sul tifo violento che ha visto imputate 143 persone, 87 bergamaschi e 56 catanesi. I giudici hanno confermato nel complesso la sentenza di primo grado hanno ridotto di un mese le pene ai tifosi che hanno partecipato all’assalto ad Alzano Lombardo, dove era in programma la “Berghem Fest”. In questo caso perché il reato di radunata sediziosa è stato considerato prescritto.

Tra i personaggi di spicco, c’è anche Claudio Galimberti (Bocia), il leader indiscusso del tifo della Curva Nord atalantina. Anche per lui il giudice ha ridotto la condanna per i fatti accaduti ad Alzano Lombardo, uno degli episodi più gravi dell’impalcatura di questo maxi processo. Sia al Galimberti che ad altri cinquanta ultrà che avevano preso parte all’assalto alla festa lumbard, era stato attribuito proprio il reato di radunata sediziosa. E sempre a riguardo del Bocia, occorre ricordare che inizialmente erano stati chiesti per lui 6 anni, ma il giudice nella sentenza di primo grado aveva deciso di ridurla a tre, concedendo a Galimberti le attenuanti generiche. Ora, in appello, la pena è stata ulteriormente abbassata a 2 anni e 11 mesi, proprio per il motivo della prescrizione. Confermate tutte le altre condanne.

I fatti in questione al maxi processo vanno dal 2009 al 2012. Si parte dal 23 settembre 2009, giorno di Atalanta-Catania. I supporter siciliani, scortati dalla Digos e dalle volanti, erano arrivati allo stadio scortati fino allo stadio. All’altezza di via Pinetti c’è l’imboscata degli atalantini con una sassaiola.

I siciliani scendono dai pullman e iniziano gli scontri. Poi nel mezzo ci sono una sfilza di altr episodi (tra cui anche l’invasione degli ultrà al centro sportivo Bortolotti di Zingonia) per arrivare a quello della Berghem Fest, dove quella sera c’era come ospite l’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni. La situazione sfuggì di mano.