
Una delle aggressioni all’imprenditore finito nel mirino nelle riprese delle telecamere di sorveglianza
Bergamo – I carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, con i colleghi della Compagnia di Monza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo, Beatrice Parati, nei confronti dell’avvocato B.D.M., 67 anni, civilista del foro di Milano, residente a Monza, accusato di avere preso parte a una complessa attività di tentata estorsione ai danni di un imprenditore nel ramo dei trasporti di Azzano San Paolo. Con tutta probabilità oggi l’avvocato verrà sentito dal giudice. Il provvedimento rappresenta lo sviluppo delle indagini che, nel mese di febbraio 2025, avevano già portato all’arresto di cinque persone, tra i quali il presunto mandante, N.R., 53anni, residente a Nembro, vero dominus di tutta la vicenda, e quattro cittadini romeni, tutti in carcere, accusati di essere gli autori materiali di una violenta aggressione compiuta nel novembre 2024 ai danni della vittima.
Le indagini, coordinate dalla procura di Bergamo (pm Monzio Compagnoni, titolare del fascicolo) e condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo, hanno permesso di accertare che l’avvocato civilista aveva fornito un contributo determinante al disegno criminoso, prestando il proprio ruolo per dare una parvenza di legittimità a una richiesta estorsiva di oltre un milione di euro, formalmente riferita a un presunto creditore in realtà inesistente. Il papà della vittima nel 2011 aveva ricevuto in prestito una ingente somma di denaro, pari a due milioni di euro, denaro concesso direttamente da un notaio della Bassa, che successivamente era stato “saldato”.
Attraverso diffide, lettere e comunicazioni a mezzo posta elettronica, l’avvocato finito ai domiciliari, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, ha continuato a sostenere le pretese estorsive del mandante affiancando a ciò un’attività volta a predisporre la apparente giustificazione documentale utile a rafforzare la pretesa attraverso la creazione di documenti falsi. Il tutto si inseriva in un contesto di minacce e atti intimidatori, culminati in aggressioni fisiche e ripetuti tentativi di costringere l’imprenditore e i suoi familiari a cedere. In una circostanza, era il 6 novembre 2024, la vittima era stata aggredita dagli esecutori, i romeni, mentre con l’auto usciva di casa assieme al figlio.