
Tutti uniti per Stefano Turchi, l’ex calciatore professionista malato di Sla, 54 anni, dirigente del settore giovanile del Brusaporto, aggredito domenica dal genitore di un giocatore dell’Uesse Sarnico, al termine della gara della categoria allievi regionali élite Under 17, disputata sul campo di Albano S.Alessandro. Dopo che la notizia della brutale aggressione è diventata di dominio pubblico, tutto il mondo del calcio bergamasco si è stretto all’ex ala destra dell’Ancona che nel 1991, anche grazie a Turchi, conquistò la promozione in serie A.
Turchi, infatti, è un nome noto del calcio provinciale orobico, apprezzato per la sua competenza e correttezza. E intanto iniziano a fioccare le prime manifestazioni di solidarietà nei confronti dell’ex giocatore professionista che dal 2009 è affetto da Sla, fatica a deambulare e si muove su una sedia a rotelle. Un gruppo di genitori del Brusaporto ha organizzato un’iniziativa per sottolineare la gravità dell’episodio accaduto domenica ad Albano S.Alessandro. Prima della sfida tra le formazioni Under 19 di Brusaporto e Ponte San Pietro (categoria Juniores nazionale), in programma venerdì alle 16 sempre ad Albano S.Alessandro, verranno distribuite un centinaio di magliette con la scritta "No alla violenza" che verranno indossate da tutti i presenti in tribuna. Faremo richiesta di posticipare di cinque minuti l’inizio della partita, un segno di riflessione anche da parte nostra - spiegano gli organizzatori -. Per tutti noi genitori, quanto avvenuto, è un’occasione per ragionare sull’esempio che portiamo ai nostri figli: quanto è capitato a Stefano (Turchi, ndr.) è solo la punta dell’iceberg, la misura era colma già da prima, perché gli episodi a rischio sono sempre più frequenti". Ancora non è dato sapere se Turchi, molto deluso, parteciperà all’evento. Il suo fisico è ancora debilitato.
Ad alcuni amici avrebbe confidato che "la razionalità sta riprendendo il sopravvento sulla rabbia e sullo scoramento. In questo modo vale la pena di provare a rimanerci ancora, sperando che la mia storia possa servire a cambiare le cose". Intanto L’Uesse Sarnico, la società dove milita il figlio del genitore violento che ha aggredito Turchi, anche ieri ha ribadito la sua posizione, condannando l’episodio: "Ci sentiamo anche noi parte lesa, perché qualsiasi forma di violenza non può essere accettata". Michele Andreucci