Centrodestra contro la supermoschea, via alla raccolta firme

Il capo della comunità pakistanza: "Sarà un centro culturale, e lo costruiremo coi nostri soldi". Ma la Lega non ci sta di Alessandro Crisafulli

Musulmani in preghiera durante il Ramadan (Olycom)

Musulmani in preghiera durante il Ramadan (Olycom)

Desio, 14 settembre 2014 - Si è negato per giorni e giorni, e alla fine il grande capo della comunità pakistana di Desio, Muhammad Ashraf Khokhar, ha deciso di affidare la sua posizione sul progetto della super moschea a un video. A girarlo è stato il coordinamento Desio Città Aperta, con il quale la sua associazione, Minhaj Ul Quran, firmataria del progetto, collabora da tempo per varie iniziative sul territorio. 

«Non facciamo la moschea - sottolinea subito Khokhar, sulla identica scia del sindaco Roberto Corti - sarà un centro culturale. Per noi non è importante fare una moschea, vogliamo uno spazio per le nostre famiglie e i nostri giovani, specialmente questi ultimi sono persi e non hanno uno spazio idoneo dove fare attività insieme». Il centro culturale di via Forlanini, infatti, circa 200 metri quadri in uno scantinato vicino a Villa Tittoni, non basta più. «Qui non va bene - dice il leader dei pakistani - l’ambiente è piccolissimo, quando abbiamo comprato la struttura eravamo in 12 o 13 persone, l’abbiamo presa per poterci incontrare, poi nel tempo sono arrivati tanti nostri compaesani e non ci stiamo più». «Quindi - prosegue Khokhar - abbiamo cominciato a cercare qualche altra soluzione. A lungo non abbiamo trovato niente, ma adesso abbiamo questa possibilità di costruire un centro di cultura a nostre spese».

Un timore che alcuni desiani avevano già manifestato, spazzato via dal leader islamico: «Non chiediamo niente al Comune - dice - solo un permesso per costruire, per fare attività per giovani e famiglie, per fare le nostre feste, per le quali, quando siamo in tanti, abbiamo solo gli spazi dei Missionari Saveriani, che ci ospitano». Poi, cerca di rassicurare i desiani dubbiosi: «Non devono avere paura - assicura - in questo spazio siamo dal 1996, noi non siamo chiusi qui dentro, siamo sempre fuori, incontriamo i giovani , le donne e le famiglie italiane, facciamo tante attività insieme con la comunità locale. I desiani devono superare la paura perché ci conoscono bene, facciamo tutti gli anni la Marcia della Pace, la Festa dei popoli, tante altre iniziative».

Ma le sue parole non sembrano certo a spegnere le polemiche. Ieri l’intera minoranza di centrodestra si è schierata compatta, in piazza, per iniziare una petizione contro il progetto della supermoschea di 2mila metri quadri in un terreno privato (ora a verde) tra le vie Roma e Rossini: Lega Nord, Forza Italia, lista civica Per Desio, Udc, in campo per inondare di firme la Giunta, affinché respinga la richiesta dell’associazione islamica. «Che differenza ci sia tra una moschea e un centro islamico - dice la Lega Nord - lo saprà solo il sindaco. Si cercano vocabili ed espressioni più fini per indicare la stessa cosa e non far storcere il naso alle persone. Insomma, una bella presa in giro. Soprattutto perché, e questo il sindaco lo sa bene, quello che vogliono realizzare da anni gli islamici a Desio è proprio una moschea. Meglio ancora se, con la complicità dell’amministrazione comunale, questa è mascherata da centro islamico».