Ad Arcore il Bambinello nasce sul barcone. E scoppia la polemica

Diventa un caso il presepe della chiesa di Sant'Eustorgio ispirato al dramma dei migranti

Il presepe della discordia

Il presepe della discordia

Arcore (Monza), 21 dicembre 2017 - La parrocchia quest’anno ha voluto far nascere Gesù Bambino su un barcone in miniatura, del tutto simile a quelli su cui i migranti solcano il mare Mediterraneo. Il doppio allestimento, in chiesa e nel giardino, sembrava una cosa pacifica. Invece apriti cielo! La Lega si è scagliata contro la scelta di mettere al centro del presepe nella chiesa Sant’Eustorgio il dramma dei richiedenti asilo.

I suoi militanti sono andati in piazza con il presepe "originale", con Gesù, Giuseppe e Maria nella più classica delle mangiatoie. "Il presepe – ha spiegato Laura Besana, segretario dei lumbard – è tradizione, cultura e identità, anche spirituale, della nostra terra e della nostra gente". E Cristiano Puglisi, il capogruppo di Forza Italia: "Ho molto rispetto per l’attività nel sociale della parrocchia di Sant’Eustorgio, ma da cattolico non apprezzo la strumentalizzazione politica di un simbolo sacro, quale il presepe, che è patrimonio di tutti i cristiani". Puglisi parla di "identità che sta morendo" e si scaglia contro "questa ideologia da pensiero unico, globalista, buonista e immigrazionista". Piace invece al Pd e a Sinistra Italiana la presenza del barcone al posto della mangiatoia: "Sebbene non più credente sono andato a vederlo e mi sono commosso – racconta Roberto Sala, di SI –. I leghisti arcoresi hanno invece voluto attaccare l’opera in nome di una presunta offesa alla purezza della tradizione e dei simboli storici". Gli autori del presepe, tre parrocchiani della comunità pastorale Sant’Apollinare guidata da don Giandomenico Colombo, forse in previsione delle critiche, hanno lasciato un messaggio in fianco all’opera: "Oggi sembra avanzare l’aria gelida del rancore e dell’indifferenza. Eppure tu Gesù, profugo tra i profughi, ultimo tra gli ultimi, non ti stanchi di venire a bussare nel nostro cuore, non perdi la speranza che abbiamo a rendere divina questa nostra avventura umana, costruendo insieme una comunità solidale".

E più sotto: "Possiamo anche immaginare che al di là delle finestre, in queste case ci siano dei presepi certamente belli, ma pur sempre finti. Il dramma in realtà accade fuori, il presepe vero è fuori". Riecheggia quanto disse due anni fa Papa Francesco in collegamento con la piazza della Basilica di San Francesco ad Assisi, dove il presepe fu realizzato con una barca dei migranti: "Vi invito, in questo Natale, ad aprire il cuore alla misericordia e al perdono. Non è facile perdonare queste stragi".