Fausto Leali: derubato da 4 slavi. "Servono armi per difendersi" / FOTO

"La mia casa devastata, prima dormivo con la pistola sotto il cuscino"

Le immagini postate sui social da Fausto Leali

Le immagini postate sui social da Fausto Leali

Lesmo (Monza), 24 novembre 2017 - Deluso e amareggiato: «Uno va in ospedale a togliersi i punti e quando torna trova la casa svaligiata dai ladri: hanno portato via tutti i ricordi della mia vita», racconta Fausto Leali, derubato mentre era all’ospedale di Monza a curare le ferite lasciate dall’operazione a due fastidiose ernie. Ha scoperto che i ladri erano entrati in casa portando via premi e ricordi di una carriera: dischi d’oro, gioielli e borse della moglie, borse, orologi Rolex e Cartier. Sulla sua pagina Facebook ha sfogato tutta la sua rabbia: «Torni a casa e ti accorgi di questo… quattro uomini slavi che ti distruggono una casa, la tua dimora dove dovresti sentirti protetto e ti sottraggono tutto quello che hai costruito negli anni, compresi tutti i miei premi e dischi d’oro vinti. Torni a casa e... ti portano via tutto. Che tristezza».

Pentito di avere reso pubblico quanto le è accaduto?

«Tutt’altro. Non l’ho fatto per farmi pubblicità, ma perché è giusto che tutti sappiano che cosa succede in Italia. Ho voluto far conoscere la mia vicenda per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio a cui siamo esposti tutti noi. Ho pensato che essendo io un personaggio famoso la notizia avrebbe avuto più eco. E così è stato. Mi fossi chiamato Gabriele Rossi non sarebbe interessato a nessuno quello che mi è successo. Anche se vuol dire niente essere famosi o meno. Qui non si salva nessuno».

È favorevole alla legittima difesa?

«Se parli del diritto di una persona ad avere un’arma e difendersi in casa sua come meglio può, direi proprio di sì. Il ladro conosce le leggi, sa che in due o tre giorni è di nuovo libero. Tu come cittadino invece non puoi fare nulla per proteggerti. Devi aspettare che ti spari per reagire se no finisci nei guai».

Ha mai posseduto armi?

«Ho abitato in villa per 30 anni. Poi mi sono trasferito... Però sono rimasto a Lesmo. Ma quando ho abitato in villa di armi ne avevo, eccome! Fucili e pistole. Allora dormivo con una 375 sotto il cuscino. Da quando mi sono trasferito in appartamento le ho vendute e non ho più il possesso d’armi».

Quale messaggio vuole dare alla Politica?

«I partiti approvino le leggi ferme in Parlamento per dare la possibilità ai cittadini di difendersi. Bisogna mettersi dalla parte della vittima per capire che cosa si prova ad avere ladri in casa. Io me li fossi trovati davanti non so come avrei reagito. Quello che manca in Italia non sono gli uomini di leggeche fanno il loro dovere. Ma sono le leggi che poi permettono di rilasciare un ladro che ti è entrato in casa dopo pochi giorni. E se tu gli fai male corri guai seri. Dobbiamo sostenere l’autodifesa. Per poterti difendere un’arma devi averla».

Ci parli del furto...

«Eravamo andati con mia moglie (la vocalist Germana Schena, ndr) , verso le 15.30, all’ospedale di Monza a togliere i punti dell’operazione. Siamo tornati intorno alle 19.30. La nostra vicina ci ha detto che aveva visto un uomo fuggire via saltando dal balcone e uscire dal cancello. Fuori lo aspettavano altri tre, dall’accento sembravano di origine slava. Per entrare in casa abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco perché avevano chiuso la porta di casa con una chiave trovata dentro l’abitazione».

Si è spaventato?

«Infuriato. La casa era tutta sottosopra. Cassetti aperti e la roba buttata per terra. Armadi rovistati. Borse e gioielli di mia moglie portati via. E poi i miei dischi d’oro. Ricordi di una vita e di una carriera. Non solo oggetti di valore, ma cose che ti fanno pensare a momenti belli, ai tuoi affetti. Stimiamo un danno di 80mila euro. Ma non solo. Quando ho visto la mia casa devastata mi è mancato il fiato. Ti senti privato della tua intimità».