K-Flex conferma i 187 licenziamenti, il Gabibbo non basta

Incontro in Assolombarda, la famiglia Spinelli insiste: delocalizzazione della ditta di Rocello. Polemica su 12 milioni di incentivi incassati

Da 23 giorni i lavoratori presidiano l'azienda

Da 23 giorni i lavoratori presidiano l'azienda

Rocello (Monza e Brianza) 15 febbraio 2017 - La K-Flex non ritira i 187 licenziamenti. E non fa retromarcia neppure sulla chiusura della fabbrica di Roncello, dove lavorano 250 persone, e neppure sulla decisione di trasferire la produzione in Polonia, dove sta ampliando lo stabilimento. I rappresentanti dell’azienda lo hanno ripetuto ieri mattina ai sindacati durante l’incontro avuto nella sede di Assolombarda mentre di sotto, sulla via Pantano, i lavoratori, arrivati in massa da Roncello, protestavano sventolando bandiere e striscioni, e soffiando forte nei loro fischietti. Alla riunione non ha partecipato l’ad, Carlo Spinelli, che siede nel cda insieme al padre Amedeo, ancora oggi proprietario della società e presidente del cda. Era presente la sorella Marta, responsabile risorse umane della K Flex e presidente di Assogomme, la Confindustria dei produttori di gomma.

Carlo è alla guida di un gruppo, nato in Brianza nel 1989 con una piccola fabbrica a Roncello per produrre isolanti in gomma. Oggi opera in 60 paesi del mondo con più di 2.000 dipendenti. Ha stabilimenti negli Usa e in Russia, India, Francia, Gran Bretagna, Cina (2), Malesia, India, Dubai e Polonia. Mentre pare non ci sia più posto, nei piani dell’azienda, per la casa madre di Roncello.

Non sono serviti a nulla gli appelli a ritirare i licenziamenti lanciati dalla viceministra allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, dalla Commissione lavoro della Regione Lombardia e dai sindacati dei chimici di Cgil e Cisl, Filctem e Filcem. La delusione era palpabile al termine dell’incontro: «Ancora una volta il grande assente è stato l’amministratore delegato, che non ha partecipato neppure alla riunione convocata la settimana scorsa al ministero dello sviluppo Economico», diceva Matteo Moretti, della Filctem Brianza, verso mezzogiorno, uscendo da Assolombarda.

Insieme a Domenico Frustagli, sindacalista della Filcem, fino all’ultimo hanno cercato di far cambiare idea all’azienda: «Confutando tutte le loro argomentazioni». Ma non c’è stato nessun passo avanti. La vertenza resta in stallo e i dipendenti sono accampati da 22 giorni fuori dai cancelli della fabbrica: «La nostra lotta non si ferma, il presidio va avanti ad oltranza», urlavano sotto la sede di Assolombarda.

Moretti chiede «un intervento pesante delle istituzioni»: «un’azienda in utile come la K Flex - ricorda il sindacalista - che ha ottenuto negli ultimi anni 12 milioni di incentivi pubblici, dove si pratica la flessibilità del lavoro, non può permettersi di lasciare l’Italia e 187 dipendenti sul lastrico con la scusa che nel capannone piove acqua e del costo del lavoro».

Nel pomeriggio una delegazione sindacale è stata ricevuta nel Palazzo della Regione: «È stata preparata una mozione urgente firmata da tutti i capigruppo che sarà approvata entro sera dalla giunta regionale». Cosa succederà ora? «Chiederemo una nuova convocazione al Ministero – fa sapere Moretti -. La cosa davvero grave è che ieri l’azienda ha dichiarato di avere speso gli incentivi pubblici all’estero, ora si prepara ad abbandonare l’Italia». La viceministra Bellanova ha annunciato di avere avviato «un’istruttoria» su quei soldi.