Mister Armstrong, scoppia il caso Guai dal Brasile e anche dall’Asia

Dubbi e perplessità si stanno addensando intorno alla figura del presidente del Monza, Anthony Emery Armstrong. Dopo aver infiammato in estate i cuori dei tifosi biancorossi con un «dobbiamo vincere il campionato con almeno dieci punti di vantaggio su tutti», sul patron inglese (con interessi edilizi in Brasile) si stanno riversando i punti di domanda del popolo del Brianteo di Matteo Delbue

Anthony Emery Armstrong

Anthony Emery Armstrong

Monza, 4 ottobre 2014 - Dubbi e perplessità si stanno addensando intorno alla figura del presidente del Monza, Anthony Emery Armstrong. Dopo aver infiammato in estate i cuori dei tifosi biancorossi con un «dobbiamo vincere il campionato con almeno dieci punti di vantaggio su tutti», sul patron inglese (con interessi edilizi in Brasile) si stanno riversando i punti di domanda del popolo del Brianteo. Le notizie riportate su queste pagine nei giorni scorsi delle difficoltà nei pagamenti degli stipendi di calciatori e dipendenti del Monza e di ritardi nell’onorare le fatture dei fornitori del club sarebbero semplici quisquilie se venisse confermato quanto la stampa estera ha scritto sul patron biancorosso.

I forum dei tifosi del Monza e i social network si stanno infatti riempiendo di articoli di giornali brasiliani e orientali, soprattutto di Singapore, che raccontano che la Ecohouse di Armstrong ha raccolto 70 milioni di dollari per un progetto edilizio in Brasile, garantendo agli investitori importanti ritorni economici, che però non sarebbero mai arrivati. Con conseguenti accuse e proteste. Quanto ci sia di vero in tutto ciò è da verificare: quel che è certo è che i tifosi del Monza si stanno preoccupando e chiedono al più presto smentite e rassicurazioni.

Sul proprio sito personale, Antony Emery Armstrong, in questi giorni in Medio Oriente per lavoro, ha dichiarato che non ha assolutamente niente da nascondere» e che «le attività a Singapore sono state del tutto trasparenti e in totale accordo con le leggi locali». In attesa di verifiche e di maggior chiarezza su tutti i fronti, va raccontata la nuova (e probabilmente ultima) puntata della diatriba tra patron Armstrong e Clarence Seedorf sui debiti societari del Monza. In una nota ufficiale del club si afferma che «l’attuale situazione amministrativa ha sì in essere posizioni debitorie aperte che derivano dalla precedente gestione, ma delle quali non ci sono responsabilità dirette del signor Seedorf, con il quale ci scusiamo per l’errata informazione».

Di chi siano le colpe dei debiti resta quindi un mistero: la certezza è che i fornitori attendono (con sempre meno pazienza) quanto dovuto e non sono certo stati tranquillizzati dalle voci di circa 2 milioni di euro di debiti risultanti dagli ultimi due bilanci depositati dal club. In tutto questo bailamme, il direttore generale biancorosso, Mauro Ulizio, predica calma. «Ho sentito il presidente Armstrong negli scorsi giorni e mi è parso sereno. – esordisce Ulizio – Non dimentichiamo che Armstrong è stato lodato nei mesi scorsi da molte fonti autorevoli, compreso il Financial Times. La squadra è arrabbiata per il tema stipendi? Sono tutti alibi: i giocatori non stanno rendendo come dovrebbero e alla vigilia di una partita fondamentale come quella contro la Giana bisognerebbe pensare solo a vincere».