Nordafricano urla: "Vi ammazzo tutti". Incubo Kabobo alla stazione di Monza

Alba di paura per un nuovo Kabobo alla stazione ferroviaria. È successo a un ventiduenne di Lissone, G.S., che ha assistito alla furia di un giovane armato di spranga che gridava «vi ammazzo tutti» temendo di diventarne vittima, perché costretto ad attendere per la chiusura di un deposito di attrezzatura musicale che non poteva lasciare incustodito di Stefania Totaro

La piadineria derubata

La piadineria derubata

Monza, 29 settembre 2014 - Alba di paura per un nuovo Kabobo alla stazione ferroviaria. È successo a un ventiduenne di Lissone, G.S., che ha assistito alla furia di un giovane armato di spranga che gridava «vi ammazzo tutti» temendo di diventarne vittima, perché costretto ad attendere per la chiusura di un deposito di attrezzatura musicale che non poteva lasciare incustodito. È lui stesso a raccontare quella mezz’ora di terrore che non si è placata neanche dopo l’intervento dei carabinieri da lui stesso chiamati. I militari hanno infatti sequestrato la spranga al giovane, un egiziano di 23 anni in regola con il permesso di soggiorno, e l’hanno lasciato tornare dentro la stazione.

«Erano le 5 e con alcuni aiutanti stavamo scaricando l’attrezzatura in un deposito sopra la stazione ferroviaria dopo avere partecipato a un festival musicale in Villa Tittoni Traversi a Desio quando dalla stazione abbiamo visto uscire di corsa il giovane che inveiva e che sbatteva la spranga contro i pali della luce, le panchine e le saracinesche dei negozi sotto i portici - racconta G.S. -. Ho chiamato i carabinieri e quando sono arrivati, ho visto che hanno tirato fuori i manganelli e hanno affrontato il ragazzo, riuscendo a portargli via la spranga. Ma quando ho visto che il ragazzo tornava dentro la stazione e i carabinieri se ne stavano andando, li ho chiamati dicendo loro che io dovevo per forza restare lì fuori ad aspettare che venissero a chiudere il deposito, dove c’erano oggetti di valore che non potevano essere lasciati incustoditi e che, essendo rimasto solo perché i miei aiutanti avevano finito di scaricare e se ne erano andati, avevo paura. Loro mi hanno confermato che la spranga gliela avevano sequestrata e che aveva rotto il pulsante per la chiamata per l’attraversamento pedonale. Ma che non c’erano gli elementi per arrestarlo né per chiamare un’ambulanza». 

Nel frattempo i militari avevano ricevuto un’altra chiamata di intervento e se ne sono andati. «Mi hanno detto di richiamarli se fosse successo ancora qualcosa. Ma io ho vissuto una mezz’ora di terrore al pensiero di essere rimasto davanti alla stazione, all’alba, da solo, con il pericolo che quel ragazzo potesse uscire di nuovo infuriato e prendersela con me - conclude il ventiduenne lissonese -. Fortunatamente non è successo più nulla e quando sono arrivati a chiudere il deposito, sono potuto andarmene da lì sano e salvo».

stefania.totaro@ilgiorno.net