Povertà a Milano, le famiglie: "Non ci arrendiamo, soprattutto per i nostri figli"

Fondazione L’Albero della Vita e Fondazione Emanuela Zancan hanno presentato i dati della ricerca sociale sui bisogni e sulle potenzialità delle famiglie in lotta contro la povertà

Una famiglia (Foto di repertorio)

Una famiglia (Foto di repertorio)

Milano, 1 novembre 2015 - La crisi e la povertà? Le famiglie non si arrendono e continuano a combattere  per dare una vita migliore ai propri figli: è quanto emerge dalle interviste realizzate in sette città  italiane per approfondire la condizione di 277 nuclei familiari, raccogliendo direttamente le  loro esperienze, le loro difficoltà e le loro richieste. E, partendo dall’ascolto, capire in che modo chi  è povero affronta i problemi, non solo con gli aiuti che riceve ma anche con le proprie capacità e  risorse e, soprattutto, quanto sia disposto ad aiutarsi e aiutare altre persone che vivono la stessa  condizione. È questo il focus della ricerca promossa da L’Albero della Vita,  organizzazione italiana che da 18 anni  è impegnata a difendere e promuovere i diritti, il benessere e lo sviluppo dei minori in condizioni di  disagio e marginalità sociale, e realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan, centro di studio e  ricerca che opera nell'ambito delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei  servizi alla persona.  

La metodologia di ricerca ha avuto come obiettivo quello di far emergere le testimonianze dirette  delle famiglie, per comprenderne i potenziali “generativi”, ossia il coinvolgimento di ciascuno nella  lotta alla loro povertà, considerando le persone come “centro” da cui partire per identificare soluzioni  utili a definire degli interventi concreti. Gli incontri si sono svolti a Milano, Torino, Firenze, Roma, Bari, Napoli e Palermo nell’arco di sei mesi. Tra le persone adulte intervistate,  la maggioranza ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni  e l’85%  è di genere femminile; il 78% degli intervistati ha la cittadinanza italiana, mentre il  22% è straniera. Alcune famiglie hanno inoltre consentito ai loro figli di raccontare la propria  esperienza, restituendo un vissuto soddisfacente nonostante i problemi e trasmettendo il desiderio di  fare qualcosa per aiutare la famiglia a superare le difficoltà quotidiane.

I risultati della  ricerca evidenziano che la prima causa di disagio tra le famiglie intervistate è  legata a problemi di lavoro (9 famiglie su 10),  in particolare di disoccupazione (7 su 10); il 56%  ha anche problemi di natura abitativa (quali occupazione abusiva, sfratto, ecc.) e  il 54% di salute. Oltre  1 su 5 delle famiglie incontrate presenta problemi con la giustizia. Circa 1 su 6 esprime difficoltà legate  al livello di istruzione.  In questo contesto, la ricerca ha fotografato diverse tipologie di aiuto ricevute dalle singole famiglie:  sul  totale delle famiglie intervistate (in tutte le città) quasi tre quarti ricevono, o hanno ricevuto  recentemente, contributi economici (diretti o in forma di compartecipazione per spese sanitarie,  abitazione ecc.) e oltre 6 su 10 beni materiali di prima necessità. Meno frequente è, mediamente,  l’aiuto ricevuto sotto forma di servizi.  La percezione della gravità degli aiuti non ricevuti fa emergere un dato interessante: su una scala da 1 a  3, la mancanza più grave risulta quella relativa ai servizi di assistenza sociosanitaria e abitativa;  seguono la mancanza di contributi economici e di servizi di accoglienza ludico ricreativa,  di  orientamento e sostegnoe di sostegno socio educativo, mentre meno rilevante risulta la  carenza di beni materiali di prima necessità. I genitori, infine, hanno trasmesso anche una consapevolezza importante: chi ha figli ha voglia di  lottare e sviluppa inaspettate capacità. “Io non mi arrendo”  è il messaggio chiave trasmesso da  queste famiglie, e rappresenta il punto di partenza per attuare delle azioni concrete di lotta alla povertà.

"Esprimo vera gratitudine nei confronti di quanti, come l'Albero della vita e la Fondazione Zancan, lavorano perché la politica capisca e intervenga e non si danno mai per  vinti. Tutti insieme potremo combattere una battaglia che non è solo di civiltà e giustizia ma di lungimiranza:  abbandonare un bambino a un destino di povertà significa non investire sul futuro, non dare speranza alla società e non  dare corso a quanto la Costituzione ci chiede di fare in modo imperativo".. Questo il commento swll'On. Sandra Zampa, vice-Presidente,  Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza  “Quando si studia un problema il primo passo è affrontarlo con chi lo vive, lo sperimenta, capisce cosa significa, si chiede  come non subirlo e anzi come lottare per superarlo” ha sottolineato il direttore della Fondazione Emanuela Zancan,  Tiziano Vecchiato. E Ivano Abbruzzi, Presidente di Fondazione L’Albero della Vita onlus ha concluso: “La nostra esperienza con le famiglie in condizione di povertà e fragilità mostra come solo grazie a spazi di incontro  basati su rispetto e impegno reciproco si possa coltivare una relazione di fiducia in una prospettiva pro-attiva ".

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