Foreign fighter: Fatima su Facebook fra guerra ai miscredenti e "ossessione" per il velo

In un sms la 27enne di Inzago, nata a Torre del Greco, esultava per la strage nella redazione di Charlie Hebdo. E in un sms: "Parlo a nome dello Stato islamico, sia lode ad Abu Bakr al Baghdadi"

Maria Giulia Sergio a sinistra, con il velo, e a destra

Maria Giulia Sergio a sinistra, con il velo, e a destra

Milano, 1 luglio 2015 - Si era convertita all'Islam con il nome di Fatima Az Zahra e con questo figurava sul social network Facebook, da dove il suo volto ("face", appunto) in realtà non spicca granché. La foto profilo? Fatima compare con velo integrale. I suoi post? Altre foto di donne coperte dal niqab con tanto di commento: "Bella vero?". L'immagine di copertina? Una foto storica della Mecca con al centro la Kaaba, il grande cubo. Un'immagine inequivocabile del luogo più sacro per l'Islam abbracciato dalla donna in maniera integralista e con l'ambizione di viverlo in maniera totale, come si legge tra i post.  Nata Maria Giulia Sergio, 27 anni, è la foreign fighter al centro dell'inchiesta di Milano che ha portato a 10 arresti nell'ambito dell'operazione della procura di Mila «Martese», ovvero «matrimonio» in lingua albaneseOggi sarebbe in Siria con marito e suocera, per combattere la jihad in nome dell'Isis, mentre in Italia sono stati fermati dalla giustizia i familiari: padre, madre e sorella tutti convertiti come lei all'islam e pronti a raggiungerla nell'autoproclamato Califfato.

IL PROFILO - Attiva sui social network, dalla sua pagina ancora esistente su Facebook, qualche anno fa si augurava in nome di «Allah» la «vittoria sui miscredenti». Sul suo profilo personale Facebook, la giovane originaria di Torre del Greco (Napoli) che ha vissuto a Inzago nell'hinterland milanese e poi in Toscana prima di partire per la Siria per combattere a fianco dell'Isis, aveva inserito tutta una serie di fotografie ritraenti donne che indossano il niqab, il velo integrale. Un'ossessione per la 'copertura' delle donne islamiche e una lista di un centinaio di amici su Facebook, apparentemente tutte donne e quasi tutte musulmane, molte italiane convertite ma non solo. Oltre ai proclami a favore della jihad e della lotta ai miscredenti, compare qualche commento 'femminile', come sulla tinta: "masciAllah tinta naturale con henna e olio di argan", la foto di una donna velata e il commento della giovane "bella vero?".

VITTORIA SUI MISCREDENTI - Uno degli ultimi post della 27enne risale al novembre 2013. Nel dicembre del 2010, invece, scriveva: «Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sui miscredenti». Fatima, dopo aver sposato prima un marocchino e poi un albanese (alcuni familiari di quest'ultimo sono stati arrestati) e dopo aver frequentato anche la moschea di Treviglio (Bergamo), sarebbe partita da Roma con un aereo diretto ad Istanbul. Dalla capitale turca, poi, dopo aver attraversato il confine, avrebbe raggiunto la Siria per unirsi ai fondamentalisti del sedicente 'Stato Islamicò. In un altro post la giovane aveva scritto: «In verità Allah ha detto 'Vincerò Io e i miei servi credentì». Fatima sul suo profilo, inoltre, aveva messo anche una foto che ritrae una donna interamente coperta dal velo con la scritta «l'obbligo di coprirsi la faccia e le mani». Aveva postato anche alcune osservazioni molto dettagliate sui testi sacri sotto il titolo 'Capitolo su quando l'Islam di un uomo diviene eccellente'. E, infine, il 5 agosto del 2011, in vista del matrimonio, scriveva: «Care sorelle c'è qualcuna di voi che ha delle foto di spose con niqab? Devo prendere spunto su come fare il mio niqab da sposa».

CHARLIE HEBDO - «Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli dalle loro mani». È uno dei messaggi intercettati nel corso dell'indagine «Martese». Il riferimento è chiaramente alla strage di Charlie Hebdo avvenuta il 7 gennaio scorso. «Habibty Allahu Akbar sono morti i vignettisti che si burlavano del Messaggero pace e benedizione su di lui... !!! Bisogna fare sujud di ringraziamento», scrive in un altro sms la Sergio. Le numerose intercettazioni della procura di Milano hanno permesso di ricostruire con precisione i passaggi del viaggio verso lo Stato Islamico, i contatti e gli aspetti del reclutamento e dell'organizzazione. In un altro messaggio inviato alla famiglia nella fase dell'indottrinamento, la Sergio scrive: «...ma io parlo a nome dello Stato Islamico, lode ad Allah, e Abu Bakr Al Baghdadi chiama qui alla hijra, chiama tutto il mondo alla hijra, chiama tutti gli uomini al Jihad per causa di Dio, perché noi dobbiamo distruggere i miscredenti...».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro