Aiuti da Expo al Nepal: dai turisti 920mila euro

Settimane per contare i centesimi dei dollari e delle sterline donate dai visitatori stranieri. I fondi finanzieranno un piano di formazione di operai e contadini con Save the children

Un passaggio delle celebrazioni del national day del Nepal a Expo

Un passaggio delle celebrazioni del national day del Nepal a Expo

Milano, 15 gennaio 2016 - Ventitremila euro in monetine o piccole banconote. Per la maggior parte centesimi di dollari, franchi svizzeri, sterline o renminbi, la valuta cinese. Soldi donati dai visitatori di Expo alla raccolta fondi per il Nepal, Paese ospite dell’evento piegato a pochi giorni dell’inaugurazione da un terremoto che ha provocato oltre ottomila vittime. Sono servite settimane per stimare il contributo, aggiornalo al cambio e sommarlo alle donazioni in euro, per un totale di 920mila euro. L’iniziativa promossa pochi giorni dopo l’inaugurazione dell’Expo di Milano da Cgil, Cisl e Uil in tandem con gli organizzatori ora si avvia alla fase due, quella che metterà a frutto la generosità dei turisti. La regia è stata affidata a Save the children.

L’organizzazione non governativa spiega di aver presentato «un progetto a supporto della ricostruzione e per la sicurezza alimentare, a beneficio di migliaia di bambini e famiglie del distretto di Dolakha, zona montuosa del Nepal a nord est della capitale Kahtmandu». Il dossier comprende anche un programma di formazione sulla costruzione e la sicurezza degli edifici rivolto agli operai e aiuti all’agricoltura, «quali l’erogazione di micro-prestiti alle famiglie e sessioni formative sulle tecniche di coltivazione», precisa l’associazione, che aggiunge: «Siamo in attesa di conoscere la decisione finale». «Il progetto finale sarà reso pubblico entro la fine del mese di febbraio», scrive Expo spa.

L’ambasciatore italiano in India, che ha competenza anche sul Nepal, ha ricevuto l’incarico di gestire la partita con il governo di Kathmandu. Expo e i sindacati vogliono garanzie precise sullo stanziamento di denaro, dopo che a settembre, visitando i padiglioni di Rho, il ministro nepalese del Commercio, Sunil Bahadur Thapa, aveva annunciato che i fondi sarebbero stati destinati alla ricostruzione dell’antico tempio di Kasthamandap, una delle mete più gettonate dei turisti. La proposta aveva fatto sobbalzare sulla sedia i rappresentati di Cgil, Cisl e Uil, visto che le tre sigle avevano sostenuto di finanziare la formazione dei lavoratori sulla scia di un programma dei sindacati internazionali Ntuc e Ituc e del ministero delle Finanze nepalese. Di conseguenza, la diplomazia ora opera sulla base di una lettera di intenti firmata dall’esecutivo di Kathmandu. Nel frattempo, nelle scorse settimane il Codacons ha scritto a Expo e ai sindacati per avere i dettagli della campagna e la destinazione dei fondi. «Le iniziative di solidarietà che promuoviamo o cui partecipiamo sono di pubblico dominio», hanno risposto i sindacati.

Il commissario unico, Giuseppe Sala, ha cassato la richiesta di documenti, perché l’accesso agli atti si configurerebbe come «un mero controllo dell’operato di Expo». Di conseguenza, scrive il manager, «inammissibile». L’organizzazione dei consumatori è andata all’attacco, bollando ieri mattina in una nota come «aberrante» la risposta: «Expo ha deciso di istituire il segreto di Stato». In serata è arrivata la replica degli organizzatori: «Sono state raccolte circa 920mila euro di offerte», «versate periodicamente su un conto corrente cointestato» a Expo e ai sindacati.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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