Prima della Scala, Chailly firma la rivincita di Puccini: "Butterfly, ritorno necessario"

Il direttore principale della Scala si dice "commosso, soddisfatto e appagato" per aver vinto la scommessa di riproporre la versione originale che fu fischiata nel 1904

Riccardo Chailly

Riccardo Chailly

Milano, 7 dicembre 2016 - E' "soddisfatto e appagato", Riccardo Chailly, e non solo per i 14 minuti di applausi al termine dello spettacolo con cui la sua Madama Butterfly di Puccini ha inaugurato la stagione teatrale della Scala. Pioggia di fiori, ovazione e plausi alla regia di Alvis Hermanis. "Con 112 anni di ritardo - ha aggiunto - il valore della Butterfly è riconosciuto", sì perché il direttore ha decuiso di eseguire la versione originale del 1904 che all'epoca alla Scala fu fischiata. "Finalmente con 104 anni di ritardo e' stato riconosciuto il valore di una grandissima opera come la Butterfly nella sua prima versione".

UN RITORNO - Un trionfo e un vero riscatto per l'opera di Giacomo Puccini che "rappresenta la storia della Scala prepotentemente e mancava da 33 anni un titolo di Puccini il 7 dicembre. Era necessario": Per Chailly non si tratta di un unicum, ma di un cammino iniziato per eseguire alla Scala tutte le opere del compositore toscano. "Il percorso pucciniano proseguirà, come sapete - ha aggiunto -, e tra qualche anno vorrei portare il nome di Puccini di nuovo il 7 dicembre". Per il prossimo anno però toccherà all'Andrea Chenier di Giordano.

"Era importante dare una possibilità di conoscenza: nessuno vuole sostituire nulla", così Chailly spiega la sua scommessa vinta. "Mi sembra molto evidente anche per il successo di questa sera che il genio di Puccini nel 1904 a pieno diritto era convinto di aver fatto una grande opera - ha aggiunto con la voce un pò bassa per l'emozione - e lo ha dimostrato questa sera, senza toglier nulla all'altra versione". Però "questo spettacolo ha dimostrato di poter vivere con altrettanta proiezione nel futuro con grandi successi" ha osservato. ""Sono profondamente commosso e toccato dall'emozione collettiva che ho vissuto stasera nel riportare a Milano la prima versione e da come il teatro ha collaborato - ha rivelato - È uno spettacolo che ha una grande complessità tecnica, che ha richiesto molto al teatro".

"Sono molto contento, e' quello che speravano di poter realizzare - aggiunge - E' una inaugurazione che mi ha dato particolare soddisfazione per quello che rappresenta nei confronti della grande musica di Giacomo Puccini. E' un autore imprescindibile per la storia della Scala a cui noi tutti dobbiamo tanto. Nulla sara' evitato in futuro, chiunque potra' affrontare l'opera nelle varie versioni che Puccini ci ha lasciato". Il maestro si e' detto "profondamente soddisfatto e appagato" di tutto e tutti. "Abbiamo lavorato tanto. Ma ogni volta, pur facendo un lavoro in cui uno cerca di dare il meglio si dipende da mille fattori. L'opera lirica e' un'arte totale con tutti gli elementi che partecipano".

PER TUTTI - Quest'anno la prima grazie alla copertura mediatica e' arrivata proprio a tutti (maxischermo a San Vittore - LEGGI) e "questo e' un fatto molto importante - sottolinea Chailly - nel nome di Puccini e di una grande opera in una versione che ha suscitato molto stupore prima e mi auguro che da oggi susciti sempre piu' un entusiasmo forsennato".

"Almeno un segno di partecipazione a una grande tragedia come e' stata quella dei terremotati". Cosi' il direttore Riccardo Chailly ha definito l'invito a quattro abitanti delle zone colpite dal sisma del 24 agosto, presenti nel palco d'onore. "Quanto sarebbe bello - ha aggiunto - se la musica potesse arrivare a dominare gli eventi della natura. Sarebbe troppo bello. Comunque almeno e' un segnale di vicinanza e di partecipazione alla sofferenza per quanto e' successo". Sull'assenza dei politici, Chailly ha osservato che si sa bene perche' hanno dovuto trattenesi a Roma: "Speriamo di vederli presto alla Scala", ha concluso il maestro. 

PEREIRA - Fra meno di un mese Riccardo Chailly diventerà direttore musicale della Scala (finora è stato direttore principale) e dunque inizia con lui, o meglio prosegue un cammino. «È importante avere un interprete di grandissimo livello - ha commentato il sovrintendente Alexander Pereira - E il ciclo pucciniano sarà importante perché per la prima volta lo fa il teatro d'opera più importante al mondo per il repertorio italiano. È una cosa di importanza internazionale». Sul successo della Madama Butterfly di questa sera ha poco da dire: «Ho il silenzio nel cuore - ha spiegato sorridendo - che vuol dire che le cose vanno bene»

RINGRAZIAMENTI - Al termine, nel tradizionale brindisi nel retro palco, Pereira ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al successo della serata, dall'orchestra, «la migliore del mondo», alle maschere fino a Giacomo Puccini, autore della Madama Butterfly. «Avete fatto tutti una grande serata, grazie. Abbiamo vinto il campionato del mondo nella sartoria, ma bravissimi anche per le scenografie» ha scherzato il sovrintendente, evidentemente soddisfatto della serata. Tra tanti ringraziamenti, anche alle maschere, i cantanti e tutti gli artisti e anche, ha scherzato "Giacomo Puccini che ha scritto la prima versione" dell'opera: "Ora che si e' alzato dalla sua tomba noi possiamo festeggiare qui questa bellissima serata". E in particolare a Chailly, "nessuno al mondo può dirigere quest'opera come lui".

IL REGISTA - "Questo non è un posto dove i registi possono esprimere la loro libertà": Alvis Hermanis, il regista della Madama Butterfly, racconta come "divertente" la sua esperienza. "Vengo dal teatro. Di solito sono il boss - spiega - ma qui dovevo rispettare tante regole, stare attento a tanti dettagli. E mi ha divertito rispettarli e imparare", perché l'opera italiana ha "concetti estetici molto forti e questo non è il posto dove i registi possono esprimere la loro libertà e dominare". "La sorpresa più grande per me è stata la musica di Puccini. È come una commedia di Cechov, così piena di sfumature - aggiunge - dettagli psicologici. Non capisco perché fu un fiasco tanti anni fa. Non capisco quella gente ma anche la Carmen di Bizet fu un fiasco". 

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