Papa Francesco a Milano: visita storica in carcere a San Vittore/ FOTO e VIDEO

Il Santo Padre: "Grazie dell'accoglienza, mi sento a casa con voi". Un saluto alla direttrice, alle autorità, al cappellano, agli operatori e ai detenuti. Poi, il pranzo tipico meneghino

Papa a Milano (Newpress)

Papa a Milano (Newpress)

Milano, 25 marzo 2017 - Dopo la tappa in piazza Duomo, dove Papa Francesco ha incontrato sacerdoti e religiosi e ha detto l'Angelus con i fedeli, ecco che a mezzogiorno ha fatto il suo ingresso nel carcere di San Vittore. Una visita storica, perché mai un Pontefice aveva varcato questo ingresso. Subito si è rivolto ai carcerati: "Vi ringrazio dell’accoglienza. Io mi sento a casa con voi. Gesù ha detto: “Ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi”. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere: “Se lo merita”. Perché voi e non io? Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori. Pensate ai vostri figli, alle vostre famiglie, ai vostri genitori. Passo tanto tempo qui con voi che siete il cuore di Gesù ferito. Grazie tanto e pregate per me".

Dopo il saluto alla direttrice del carcere, Gloria Manzelli, alle autorità presenti e al cappellano don Marco Recalcati, il pontefice ha incontrato alcune detenute accolte dall'Icam (Istituto Custodia Attenuta per Detenute Madri) e i loro bambini che, dopo il saluto, torneranno in Istituto. La visita è continuata con il saluto agli operatori del carcere: agenti, educatori, operatori sanitari e rappresentanze di volontari. E' seguito, al primo raggio, il saluto al centro clinico, al settore femminile e giovani adulti, mentre nella rotonda centrale è avvenuto l'incontro con una rappresentanza di 80 detenuti di tutti i reparti. Quindi il Papa si è spostato al sesto raggio per l'incontro con i detenuti "protetti". La struttura, costruita nel 1879 ospita oggi 860 uomini e 90 donne di cui cinque che scontano la pena all'Icam (Istituto a Custodia Attenuata per le Detenute Madri) con i loro figli. Gli stranieri sono il 60%.

Alle ore 12.30, il pranzo al terzo raggio assieme a 100 detenuti rappresentanti di tutti i reparti, attorno ad una tavolata di circa 50 metri. Il menu, uguale per tutti i detenuti quel giorno, sarà tipico meneghino: risotto allo zafferano, cotoletta e patatine, panna cotta. Il cibo è stato cucinato dai detenuti, coordinati da uno chef che già presta opera a San Vittore. La visita si concluderà con la benedizione dei doni offerti dai detenuti. Al Papa consegnati in particolare biglietti, prestampati, su cui i detenuti hanno scritto il proprio nome e quello dei propri cari, perché il pontefice li porti con sé.

Mai un Papa aveva varcato la soglia di San Vittore. Eppure, nei suoi 137 anni di storia, il penitenziario ha ospitato e ricevuto molti personaggi illustri. A cominciare dall’anarchico Gaetano Bresci, il “regicida”: Bresci assassinò Umberto I, il sovrano che aveva voluto la costruzione di San Vittore. Durante l’occupazione nazista, Ss e Gestapo utilizzarono il sesto raggio come centro di tortura e reclusione di quanti erano destinati ad Auschwitz. Come Liliana Segre. Nella struttura furono detenuti anche Indro Montanelli e Mike Buongiorno. Nel 1979, l’arcivescovo Carlo Maria Martini scelse il carcere per la prima visita dopo il suo arrivo a Milano. All’epoca, gran parte dei detenuti era formata dai brigatisti a cui il pastore garantì assistenza e aiuto spirituale. Proprio in omaggio al suo impegno, le Br consegnarono le armi all’arcivescovo. 

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