Papa Francesco in Duomo a Milano, dialogo con i religiosi: "Evangelizzare è una gioia"

Prima di parlare ai fedeli, il Santo Padre si è soffermato per una breve preghiera personale nello Scurolo di San Carlo

L'ultima apparizione

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Milano, 25 marzo 2017 - "Buongiorno, la nebbia se n'è andata - ha esordito Papa Francesco davanti ad una piazza Duomo gremita di fedeli - le cattive lingue dicono che verrà la pioggia, io non la vedo ancora". E ringrazia per l'accoglienza ricevuta a Milano: "Grazie tante e vi chiedo per favore la vostra preghiera, perché io possa servire il popolo di Dio e fare la Sua Volontà". Poi, poco prima di mezzogiorno, il Santo Padre ha intonato l'Angelus, recitato insieme alle 50mila persone, mentre altre 50mila hanno affollato le vie circostanti. E' sceso un silenzio carico di emozione quando il Pontefice ha benedetto i pellegrini, tra cui molti stranieri, radunati nel luogo simbolo di Milano, davanti alla cattedrale dedicata a Maria Nascente. Particolarmente significativa questa preghiera, l’Angelus, tradizionalmente recitata la domenica a mezzogiorno a piazza San Pietro, proprio nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria.  Nonostante un leggero ritardo sulla tabella di marcia, il Papa ha poi voluto fare un lungo giro della piazza sulla Papamobile scoperta, toccando tutti i settori e salutando migliaia di fedeli. Grande l'attesa e la gioia anche di giornalisti e fotografi, che hanno gridato a lungo “Francesco, Francesco”, guadagnando il saluto affettuoso del Santo Padre che si è avvicinato a loro.

Il Papa in piazza Duomo (La Presse)
Il Papa in piazza Duomo (La Presse)
Papa Francesco in Duomo a Milano
Papa Francesco in Duomo a Milano
Papa Francesco in Duomo a Milano
Papa Francesco in Duomo a Milano

Rispondendo a Roberto Crespi, diacono permanente, Francesco ha scherzato sul fatto che i diaconi hanno una suocera e ha detto: "Voi diaconi avete molto da dare. Pensiamo al valore del discernimento. All’interno del presbiterio, voi potete essere una voce autorevole per mostrare la tensione che c’è tra il dovere e il volere, le tensioni che si vivono all’interno della vita familiare, voi avete una suocera, per dire un esempio! Come pure le benedizioni che si vivono all’interno della vita familiare. Ma dobbiamo stare attenti a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Questo è un pericolo”. Il Santo Padre ha concluso il dialogo con i consacrati rispondendo a suor M. Paola Paganoni: “A me piace la parola “minorità” - così ha esordito e Francesco. Normalmente – ma non dico che sia il Suo caso – è una parola che si accompagna a un sentimento: la rassegnazione. Senza accorgerci, ogni volta che pensiamo o constatiamo che siamo pochi, o in molti casi anziani, che sperimentiamo il peso, la fragilità più che lo splendore, il nostro spirito comincia ad essere corroso dalla rassegnazione. E la rassegnazione conduce poi all’accidia...  Mi raccomando, se avete tempo leggete quello che dicono i padri del deserto sull’accidia. È una cosa che ha tanta attualità oggi”.

Al termine del dialogo con i consacrati, il Papa ha donato un calice alla Chiesa di Milano, e il cardinale Scola ha spiegato: "Noi, a nostra volta, abbiamo fatto un altro dono: 50 appartamenti donati dalla Caritas". Il riferimento è agli alloggi popolari che verranno consegnati a famiglie in difficoltà: Francesco dà le chiavi alle prime quattro famiglie.

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