Medico arrestato: "Troppo vecchia, ho sfondato tutto. E questa qui c’ha anche un tumore"

Il mondo cinico del primario che in tv si mostrava professionista scrupoloso

Il primario Norberto Confalonieri, 64 anni (Newpress)

Il primario Norberto Confalonieri, 64 anni (Newpress)

Milano. 26 marzo 2017 - Nel giro di poco più di un anno, tra il settembre 2014 e il 31 dicembre 2015, il primario di ortopedia del Cto-Pini, Norberto Confalonieri, finito agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta ma anche indagato per lesioni sui pazienti, avrebbe impiantato 62 «protesi monocompartimentali di ginocchio» della Johnson&Johnson per «motivazioni di natura prettamente economica e personale». Non «per scelte scientificamente orientate», ma soltanto per finalità di «arricchimento personale» e per i suoi rapporti «occulti» con i referenti commerciali della multinazionale. Più protesi impiantava, più vantaggi aveva, secondo l’ipotesi accusatoria. Vantaggi di natura economica che consistevano in bonifici per ricche consulenze e naturalmente viaggi in alberghi di lusso con la famiglia, regali e comparsate tv. Un volto pubblico di rispettato e scrupoloso primario e uno privato, che esce dalle intercettazioni, in cui si disegna il suo mondo: cinico, disumano, i soldi al primo posto, la salute dei pazienti all’ultimo.

Basta leggere, nelle carte dell’inchiesta, i racconti choc degli interventi. «Ho sfondato, era troppo vecchia». Niente, ho sfondato». «Un casino, ho spaccato tutto». «Stamattina ho spaccato tutto in San Camillo era un paziente privato... ho spaccato il femore e tutto era marcio». E ancora mentre parla al telefono con un collega riferendosi alla stesse paziente. «Ah cazzo sai che forse questa c’ha anche un tumore (...) questa c’ha anche un tumore alla mammella». In un’annotazione del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del luglio scorso, infatti, vengono riportate per esteso molte intercettazioni, come una del 23 marzo 2016 nella quale Confalonieri, parlando ancora con la sua amica, le racconta di «aver provocato nuovamente una frattura ad una persona di età avanzata». Alla donna che gli chiede «Tutto a posto?» lui risponde: «Mica tanto (...) è andata male. Troppo vecchia questa qui».

Un quadro di «allarmante gravità», come lo definisce la Guardia di Finanza, nel quale saltano agli occhi ancora telefonate come quella tra Confalonieri e un suo collega che gli racconta di aver «dovuto amputare una gamba ad un paziente a causa di gravi complicanze». Il primario gli chiede: «Hai fatto la protesi immediata?». Il collega: «No, l’ho fatta sopra il ginocchio ma questo stava morendo!». Confalonieri: «Potevi farla cazzo (...) comunque facevi scena ... tanto non ti cambiava niente ... gli facevano il moncone (...) comunque telefonami quando c’hai qualche caso ... magari ti dico come devi fare per un po’ di scena». Nel frattempo, però, già qualche mese prima alcuni suoi colleghi erano andati a denunciare agli investigatori il suo «approccio interventista sulle protesi da impiantare, anche quando non era necessario. «Le operazioni chirurgiche, in alcuni casi, sono state esasperate, a causa del suo interventismo», ha messo a verbale il primario anestesista del Pini, Rocco Rizzo, e «ricordo - ha aggiunto - di un caso, avvenuto circa 8-9 anni fa, di una ragazza disabile, paziente del dottor Confalonieri, poi morta per insufficienza respiratoria acuta», dopo un’operazione. Poi nel gennaio 2016, sempre al telefono, Confalonieri raccontava anche di aver impiantato una «protesi contenente componenti nocive: politilene con repere metallico (...) e vabbè che devo fare l’intervento l’ho già fatto».

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