"Irregolarità nell’aggiudicazione". Nuovo ricorso al Tar sulla Galleria

Il Comune nel mirino dei titolari di Salotto e Locanda del Gatto Rosso

Il ristorante "La Locanda del Gatto Rosso" in Galleria

Il ristorante "La Locanda del Gatto Rosso" in Galleria

Milano, 1 luglio 2017 - Guerra a colpi di carte bollate. L’ennesima all’ombra dell’Ottagono. La contesa riguarda sempre gli spazi al momento occupati dai ristoranti «Salotto» e «Locanda del Gatto rosso», messi a bando dal Comune nonostante su quei locali della Galleria penda ancora la spada di Damocle del Consiglio di Stato. La vicenda è nota. Alla scadenza dei contratti d’affitto a fine 2016, i titolari delle due attività chiedono a Palazzo Marino il rinnovo della concessione. Rinnovo non accordato da parte dell’amministrazione, che ha intrapreso una strada senza ritorno sulla gestione del complesso monumentale, anche stimolata dai rilievi dell’Anticorruzione: valorizzare al massimo le aree da affittare, assegnandole al miglior offerente con bandi pubblici.

A quel punto, scatta il primo ricorso al Tar. I giudici di primo grado danno ragione a piazza Scala. A quel punto, gli sconfitti si appellano al Consiglio di Stato nell’estremo tentativo di far valere le proprie ragioni. Nel frattempo, il Comune decide di andare avanti. E a metà aprile i due spazi vengono assegnati in via provvisoria: il lotto 1, quello del «Salotto», va alla Molino 6-678 sas srl, mentre il lotto 2, quello della «Locanda», va alla Lupita’s srl. Tutto finito? No, perché un mese fa i proprietari dei ristoranti hanno presentato un nuovo ricorso al Tar per motivi aggiunti. Quali? Nel caso del lotto 2, gli avvocati della «Locanda» contestano in particolare una «clamorosa violazione» nella procedura per la verifica della fidejussione, sanata con «soccorso istruttorio» dal presidente di gara: «L’ammonimento che “forma è sostanza” in questo caso assume una plastica evidenza». Le altre argomentazioni sono simili a quelle inserite nel ricorso dei titolari del «Salotto»: dal mancato rispetto del requisito dei 5 anni di esperienza nel campo della «ristorazione assistita» da parte dell’impresa vincitrice alla genericità del bando sull’impegno richiesto «di assumere prioritariamente almeno il 50% del personale attualmente impiegato con contratto a tempo indeterminato». Senza contare l’assenza di «qualche sistema compensativo» legato alle spese sostenute dagli attuali affittuari per i lavori di ammodernamento degli impianti. Si va in aula. «Sulla Galleria – commenta il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi – il Comune si è fatto commissariare dall’Anac dimostrando una grande debolezza. Ma forse la procedura seguita da Palazzo Marino, su suggerimento di Cantone, non è del tutto corretta. Chiederò chiarimenti, poiché molte cose non tornano, e i ricorsi lo dimostrano. Occorre una visione strategica dell’amministrazione sulla Galleria, invece l’attuale gestione è superficiale e approssimativa».

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