Uno dei sit-in organizzati in passato dal Sappe a Lodi
Lodi, 4 giugno 2017 - "Abbiamo bisogno di rinforzi. Qui a Lodi siamo troppo pochi e non riusciamo a garantire tutti i servizi di cui dovremmo occuparci". È il grido d’allarme che lancia il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria Sappe. E per cercare di porre rimedio a una situazione diventata insostenibile è stata inviata una lettera al provveditore regionale, Luigi Pagano.
"Ci mancano 15 colleghi rispetto all’organico totale di 51 che dovrebbe essere garantito dal Pcd (Provvedimento capo del dipartimento) del 27 giugno 2014 – dichiara Dario Lemmo, segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe appunto) –. Il nostro segretario regionale Alfonso Greco ha proposto al provveditore regionale di valutare l’affidamento delle traduzioni ad altri reparti". In pratica che ad occuparsi del trasferimento dei detenuti non se ne occupino più gli agenti di Lodi ma i colleghi di altre strutture.
"Il nostro organico é insufficiente e sono necessari interventi urgenti da Milano o da Roma, dall’amministrazione centrale – prosegue Lemmo –. A Lodi sono state messe in atto tutte le direttive dipartimentali e provveditoriali per la sorveglianza dinamica (in pratica un nuovo modo di fare sorveglianza, si passa da un controllo assoluto del detenuto a un controllo con conoscenza dello stesso, ndr). La carenza è drammatica soprattutto nei ruoli di ispettori e sovrintendenti». E anche alla Cagnola di Lodi le celle scoppiano. In base ai dati risalenti al 31 maggio scorso, nel penitenziario del capoluogo lodigiano, sono rinchiuse 92 persone rispetto a una capienza regolamentare prevista (calcolata in base alle indicazioni della Polizia penitenziaria sulla base del criterio dei 9 metri quadri per singolo detenuto più 5 metri quadri per gli altri, in pratica 14 metri quadri se sono due e così via) di 45. Di questi 40 sono stranieri e non ci sono donne.