Coronavirus, l'angoscia di un 40enne con la polmonite: "36 ore in attesa del ricovero"

"La lastra, l’angoscia insieme agli altri, la folla e la trepidazione per il tampone"

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Lodi, 5 marzo 2020 - Trentasei ore d’attesa per essere ricoverato in ospedale. Protagonista di questa storia è un uomo di 40 anni, residente a Codogno, in piena zona rossa, che da qualche giorno era febbricitante e accusava un problema respiratorio, ma non sapeva ancora di avere un principio di polmonite.

Tutto è iniziato domenica mattina quando, dopo qualche giorno di febbre, ha deciso di allarmare il 112. Dall’altra parte della cornetta gli è stato detto di attendere, di avere un po’ di pazienza che avrebbero allertato il 118 o un operatore sanitario. Ma dopo diverse ore ancora non si sentiva e vedeva nessuno. Allora ha nuovamente chiamato il 112. A quel punto è stato di nuovo messo in attesa, dicendo che da lì a poco sarebbe stato contattato. Lunedì mattina, solo dopo aver insistito è arrivata l’ambulanza che l’ha portato all’ospedale Maggiore di Lodi per i controlli e le cure del caso. "Ho provato più volte a contattare i sanitari per essere portato in ospedale per una radiografia e comunque un controllo più approfondito – racconta il lodigiano –. Ho aspettato parecchie ore e ho dovuto insistere per farmi venire a prendere nonostante avessi febbre e altri sintomi influenzali. Una volta arrivato al pronto soccorso di Lodi sono stato sopposto alla radiografia che ha evidenziato un principio di polmonite".

Il calvario del 40enne però è continuato una volta arrivato al pronto soccorso di Lodi, dove è rimasto quasi un giorno, fino a martedì mattina, steso sulla barella attesa che si liberasse un posto letto, naturalmente in isolamento, all’interno del nosocomio, dopo il primo controllo e le analisi tecniche. "Le ore più difficili sono state in corsia al pronto soccorso di Lodi – spiega il paziente –. Ho aspettato in barella per diverse ore, fino al mattino dopo quando sono stato portato in reparto per essere ricoverato. Lì ho visto un sacco di persone arrivare, malati con difficoltà di ogni tipo. È stato straziante. I medici stanno lavorando alla grande e a ritmi impressionanti". Ieri è arrivata la buona notizia: il primo tampone è risultato negativo al coronavirus. Ulteriori accertamenti comunque verranno effettuati in queste ore. Intanto la sua situazione è stabile e resta con solo l’ossigeno attaccato ad aiutarlo nella respirazione. «Ora sono in reparto insieme ad altre due persone – dice il 40enne –. Sono attaccato all’ossigeno per aiutarmi a respirare, ma niente di grave. Dopo aver fatto il primo tampone per il coronavirus bisogna aspettare il secondo esito. In base a quello che emergerà i medici decideranno come intervenire e a quali cure ricorrere per risolvere il mio problema".