"Nel centro profughi aborti forzati". La Procura di Lodi vuole vederci chiaro

I migranti avevano denunciato trattamenti inumani nella struttura di Brembio

Il centro di accoglienza

Il centro di accoglienza

Lodi, 26 agosto 2017 - La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo sui due presunti aborti forzati nel centro di accoglienza di Brembio. Dopo la denuncia choc dei richiedenti asilo ospiti della struttura gestita dalla società Paradiso srl, la questione è finita sotto la lente della magistratura. Del caso era già stata informata la prefettura che subito, appena ricevuta una lettera inviata il 31 luglio scorso da una quarantina di ospiti, aveva effettuato un’ispezione per verificare le accuse. "Nella struttura di Brembio non ci sono problemi", aveva replicato la viceprefetto Antonella Pagano.

Rispettate, dunque, le norme di accoglienza. Almeno secondo la prefettura di Lodi. Ma nella lunga lettera inviata al prefetto di Lodi, Patrizia Palmisani, i migranti avevano raccontato anche di una drammatica vicenda che avrebbe visto protagoniste due ragazze del centro, "forzate ad abortire da uno degli operatori". Sulla vicenda la prefettura aveva escluso possibili responsabilità della società Paradiso, ma il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ha deciso comunque di indagare per verificare eventuali illeciti. Alle accuse degli ospiti avevano replicato anche i gestori del centro di accoglienza: "È vero due ragazze hanno abortito, ma non siamo stati noi a dire cosa fare – aveva spiegato Lorenza Angeli della Paradiso srl –. Sono state portate al consultorio di Lodi e lì hanno deciso in maniera autonoma. Per noi non sarebbe stato un problema avere una donna incinta nella struttura. Non capisco il motivo delle pesanti accuse". I 67 richiedenti asilo accolti a Brembio – in gran parte uomini, meno di una ventina le donne, e provenienti da Gambia, Ghana, Senegal, Nigeria, Bangladesh e Pakistan – avevano chiesto alla Prefettura di intervenire perché, come hanno scritto, sarebbero stati "trattati come schiavi, con poco cibo e senza vestiti". Dal controllo della Prefettura, era emerso che gli ospiti sono gestiti da due operatori presenti, 24 ore su 24, e sette volontari provenienti da associazioni locali. Verifiche specifiche erano state fatte per controllare le porzioni di cibo negli appartamenti. Nel corso della verifica, gli addetti della Prefettura avevano constatato che i frigoriferi erano forniti di frutta e verdura di stagione, carne di pollo e pesce, bottiglie di olio, pacchi di zucchero e barattoli di legumi. Inesistente anche il problema relativo alla carenza dei vestiti: negli armadi c’erano quantità"«decisamente superiori alle necessità degli ospiti". Il wi-fi non c’era, ma solo perché era in corso il cambio di gestore della linea. Il servizio dovrebbe essere già stato ripristinato.