Travolse e uccise la scout Altea. Ottiene lo sconto di un anno

Lodi, ridotta in appello la condanna all’imprenditore milanese

Altea Trini, ha perso la vita a soli 17 anni, in un incidente stradale al ritorno da un’escursione

Altea Trini, ha perso la vita a soli 17 anni, in un incidente stradale al ritorno da un’escursione

Lodi, 14 gennaio 2016 - Ubriaco al volante di un potente suv aveva falciato e ucciso Altea Trini, 17enne scout, mentre attraversava la provinciale Sordio-Bettola sulle strisce pedonali nel pomeriggio di domenica 11 novembre 2012: pena ridotta da quattro a tre anni in Appello per G.S., 58enne, imprenditore milanese, accusato di omicidio colposo con l’aggravante della guida in stato d’ebbrezza. È questo il giudizio della Corte d’appello di Milano che, lo scorso 15 dicembre, ha riformato parzialmente la sentenza di primo grado, in rito abbreviato, garantendo all’imputato uno sconto di dodici mesi di reclusione rispetto al verdetto del giudice per l’udienza preliminare di Lodi.

I giudici hanno riconosciuto l’attenuante del danno risarcito dall’assicurazione alla famiglia di Altea, circa 500mila euro che non potranno sicuramente colmare il dolore straziante di una famiglia che ha perso l’unica figlia. Restano chiusi nel loro dolore e nel silenzio i genitori di Altea. Non hanno mai voluto lanciare un appello nè far sentire la loro voce sulla vicenda. La tragedia si era consumata in pochi istanti: la ragazza era in bici con una quindicina di scout lodigiani, stava attraversando la Sordio-Bettola per raggiungere l’abitato di Casalmaiocco e tornare verso Lodi. Durante l’attraversamento, però, sulla comitiva era piombato il potente suv in arrivo da Dresano, che si stava dirigendo verso la via Emilia. L’urto era stato tanto violento che il parabrezza e il cofano del veicolo sono andati distrutti, e la ragazza scaraventata lontano oltre dieci metri. Altea Trini dopo l’incidente era stata trasportata in arresto cardiaco all’ospedale Niguarda di Milano dall’elisoccorso. Ma dopo qualche ora non c’era stato più nulla da fare. Gli esami tossicologici fatti sull’uomo un’ora e mezzo dopo l’incidente, all’ospedale di Lodi, avevano rilevato un tasso etilico nel sangue intorno a 1,5 grammi/litro. Al processo, l’imputato, aveva chiesto di essere giudicato con la formula del rito abbreviato, che assicura uno sconto di un terzo della pena.

La sentenza di primo grado del tribunale di Lodi non aveva comunque soddisfatto la difesa dell’imputato, che aveva assicurato già appena fuori dall’aula del gup, la volontà di presentare il ricorso in Appello. Tante le perplessità riscontrate dall’avvocato dell’automobilista. Dalle analisi ematiche al lavoro dei periti per ricostruire la vicenda. «Non possiamo parlare di soddisfazione dopo una tragedia del genere - commenta l’avvocato dell’automobilista, Luigi Vanni del Foro di Milano -. Abbiamo contestato ai giudici della Corte d’appello di Milano diversi aspetti che non ci risultavano corretti. Alla fine è stata riconosciuta l’attenuante del danno risarcito alla famiglia».