Uccise la moglie a colpi di mattarello, ora va ai domiciliari: "Non è un uomo cattivo"

A parlare la donna che ha diffuso su youtube il video in cui l'ex primario si difende

L'omicidio di Stefania Cancelliere; nel riquadro l'assassino Roberto Colombo

L'omicidio di Stefania Cancelliere; nel riquadro l'assassino Roberto Colombo

Legnano (Milano), 4 agosto 2015 - È una sua amica. Non intende recitare la parte dell’avvocato del Diavolo, ma esprimere il suo parere sull’uomo che ha ucciso a colpi di mattarello nel giugno del 2012 Stefania Cancelliere, madre di tre bambini, di cui due nati dalla convivenza con lo stesso suo assassino. «Il dottor Roberto Colombo non è una persona cattiva – scrive in una mail Valentina C, la donna che ha diffuso su Youtube il video di autodifesa che lo stesso medico killer, ha registrato con una webcam dalla sua stanza della casa di cura dove era agli arresti domiciliari fino a due lunedì fa –. Lo conosco da molti anni, perché è stato l’oculista curante di mia madre, poi il mio e così siamo diventati amici. Molti di coloro che hanno avuto modo di conoscerlo, gli sono stati vicini dopo la tragedia (ovvero dopo il brutale omicidio, ndr) e alcuni erano anche a conoscenza dei retroscena che l’hanno portato a fare ciò che ha fatto, tra cui la sottoscritta».

La donna racconta poi di vicende che lo stesso Colombo ha riferito nel suo video, ovvero di come la donna che ha ucciso – e che sosteneva di amare – avesse iniziato una relazione con un ballerino di latino americano, titolare di alcune scuole di ballo del Legnanese, chiedendo la separazione. «Il dottor Colombo – aggiunge la donna – era stato buttato fuori di casa. Non poteva vedere i bambini (che all’epoca dei fatti avevano 8, 4 e 2 anni, ndr) che stavano con la madre e con il ballerino. Ha sopportato questa situazione con estremo dolore per più di un anno e poi è andato fuori di testa. E infine ha commesso il fatto. È stato un raptus». Dopo il terribile fatto di sangue, l’uxoricida è stato rinchiuso in prigione per 35 giorni e poi affidato agli arresti domiciliari in una clinica in Liguria dove vi è rimasto per 34 mesi, fino a due lunedì fa quando è stato trasferito a casa della madre. È stato condannato in appello a 17 anni e il prossimo 22 settembre si pronuncerà la Cassazione. «Credetemi: è sempre stata una persona buona, onesta e gentile con tutti».

di Davide Gervasi