Legnano, 23 aprile 2013 - Si sono trasferiti tutti a Parma i famigliari di Stefania Cancelliere, la donna uccisa a colpi di mattarello dall’ex Roberto Colombo. Lì gli echi di Legnano arrivano solo tramite il web e proprio alcune scritte su Facebook riguardanti Stefania non sono piaciute al fratello Livio.

Qualcuno ha definito Roberto Colombo “cornuto e mazziato”...
«Non è solo questa definizione a creare in noi sconcerto, ribrezzo, rabbia. Penso che certa gente scriva cattiverie senza riflettere, sulla scorta di informazioni false e parziali. Se avesse letto qualche pagina del diario di mia sorella, probabilmente non avrebbe proferito parola».


Questo diario verrà pubblicato?
«Non so se pubblicarlo possa far bene ai bambini, quindi per adesso lo teniamo noi. Questo libro è stato scoperto da mia madre mentre, dopo l’omicidio, raccoglieva in una scatola gli effetti personali di Stefania. Il diario era una sorta di confessionale e leggendolo abbiamo tutti compreso il dolore vissuto da mia sorella, i suoi patimenti, le umiliazioni a cui è stata costretta negli anni vissuti con Colombo. Una frase ci ha particolarmente colpito: “In caso di mia morte prematura”. È diventato il suo testamento».
 

Un diario che ha denunciato anche le continue angherie cui era succube.
«Io ho sempre ritenuto squalificante denunciare il padre dei propri figli. Ho sempre consigliato a lei il dialogo, l’accordo nell’interesse superiore dei bambini. Quando Stefania nel 2011 fu aggredita da Colombo, l’accompagnai al Pronto Soccorso di Legnano per le prime cure. Ma, a differenza di Colombo, decidemmo di non sporgere denuncia.Nell’agosto 2011, Stefania presentò denuncia per stalking nei confronti dell’ex. Colombo la controllava, la fotografava e la filmava ogni qualvolta entrava e usciva dall’abitazione, la maltrattava e ingiuriava in presenza dei figli e anche all’uscita della scuola dei bambini. E Stefania ha dovuto sopportare tutto questo per anni e lo confidava sempre e solo al suo diario».
 

Come stanno i bambini?
«Sono seguiti da degli specialisti e da tutta la famiglia. Ci siamo trasferiti tutti a Parma, compreso il primo marito di mia sorella. Mia madre sta vicino ai bimbi».


Su Facebook è emerso che per qualcuno l’essere separati è una colpa. Come risponde?
«Mia sorella aveva un buon rapporto con il suo primo marito, tanto è vero che quel pomeriggio Stefania aveva un appuntamento con lui per ritirare la pagella del bimbo. Con Colombo mia sorella pensava di aver trovato l’uomo della sua vita, con lui ha generato due bambini meravigliosi. Col tempo, quest’uomo si è trasformato prima nel suo incubo e, poi, nel suo carnefice».

di Christian Sormani

christian.sormani@ilgiorno.net