Mamma cade in bici nel Naviglio: un medico recupera la bimba di 7 mesi. Ma è grave

Bernate, il seggiolino si è trasformato in trappola. Bimba a lungo sott’acqua

Ttra i carabinieri il medico che per primo ha prestato i soccorsi

Ttra i carabinieri il medico che per primo ha prestato i soccorsi

Bernate Ticino, 24 agosto 2016 - Una bimba di soli sette mesi sta lottando tra la vita e la morte. Un incidente assurdo quello che si è verificato ieri pomeriggio a Bernate Ticino, a pochi metri da Castelletto di Cuggiono, nel Milanese. La mamma, una donna di 35 anni di Boffalora sopra Ticino, aveva deciso di fare una passeggiata in bicicletta lungo la strada alzaia risalendo verso nord. Ha sistemato la figlioletta nel passeggino legandola regolarmente per evitare sobbalzi e si è incamminata pedalando lentamente verso Bernate Ticino. Ha attraversato il ponte bernatese dirigendosi verso Castelletto di Cuggiono. Giunta all’altezza della storica località Rubone è avvenuto il dramma.

La donna ha sbandato per cause in corso di chiarimento. Forse scivolata su qualche centimetro di sabbia. Fatto sta che non è riuscita più a controllare la bicicletta finendo nelle acque del Naviglio Grande. Sono trascorsi momenti di panico. Alcuni passanti l’hanno vista in acqua e non hanno esitato un momento. Si sono tuffati facendo l’impossibile per recuperare la bicicletta. Mentre la mamma era libera la bimba era rimasta praticamente imprigionata perché legata al sellino. La donna era in salvo, ma la sua bimba rischiava di morire. I passanti, tra di loro anche un medico, alla fine sono riusciti a riportarla sull’alzaia. Ma le condizioni della piccola erano disperate. Era in arresto cardiocircolatorio e non si sapeva per quanto tempo fosse rimasta senza ossigeno. Sono arrivati sul posto un equipaggio della Croce Bianca di Sedriano e l’équipe dell’elisoccorso con la massima urgenza. Le manovre rianimatorie sono continuate fino alla ripresa del battito cardiaco avvenuta diversi minuti dopo l’inizio delle operazioni rianimatorie.

La bimba è stata trasportata in elicottero alla clinica De Marchi di Milano dove è tuttora ricoverata nel reparto di Rianimazione. L’ospedale ha spiegato che i medici si sono riservati la prognosi e le prossime ore saranno decisive per capire se la bimba potrà salvarsi. Intanto sul posto sono arrivati anche i carabinieri di Magenta e della Compagnia di Abbiategrasso per l’avvio delle indagini. La bicicletta è stata posta sotto sequestro.

Una tragica fatalità. L’incidente si è verificato in un tratto cosiddetto tranquillo, dove le acque non sono certo impetuose. Un luogo che anche nella giornata di ieri era percorso da centinaia di ciclisti e podisti che potevano ammirare la località Rubone su un lato e la lanca del Ticino sull’altro. Non ci sono però protezioni dove la donna è caduta: le strade alzaie vengono gestite dal Consorzio Villoresi e sono strade ad uso agricolo nelle quali è possibile il transito a patto che si rispettino certe regole che sono ben visibili sui cartelli posizionati all’ingresso di ogni paese che si affaccia sul Naviglio Grande.

In pratica chi percorre l’alzaia del Naviglio Grande lo fa a suo rischio e pericolo. Barriere ne erano state posizionate all’epoca in cui erano ancora in gestione del Parco del Ticino nel tratto compreso tra le frazioni magentine di Pontevecchio e Pontenuovo. Un altro breve tratto è coperto da barriere ed è quello sotto la linea dell’alta velocità e il ponte dell’autostrada A4 a Bernate Ticino. Per il resto le strade alzaie sono libere, prive di parapetti, e accade spesso che qualcuno finisca in acqua. Incidenti, nella maggior parte dei casi dovuti a disattenzione. «È pazzesco che debbano accadere incidente del genere», commentavano alcuni ciclisti fermi sull’alzaia ad osservare i soccorritori impegnati a salvare la bimba.