Pestaggio e sequestro per un’offesa: cinque arresti

Un'offesa in carcere, ma forse anche qualcos’altro. La motivazione dell’aggressione a Carlo Longo, trentacinquenne di Bulgarograsso, avvenuta lo scorso 15 settembre, sarebbe una ritorsione nei confronti del fratello, responsabile di aver pronunciato una frase ritenuta sgradevole nei confronti di Salvatore Giacobbe di Paola Pioppi

Una rissa (foto d'archivio)

Una rissa (foto d'archivio)

Lurago Marinone (Como), 9 ottobre 2014 - Un'offesa in carcere, ma forse anche qualcos’altro. La motivazione dell’aggressione a Carlo Longo, trentacinquenne di Bulgarograsso, avvenuta lo scorso 15 settembre, sarebbe una ritorsione nei confronti del fratello, responsabile di aver pronunciato una frase ritenuta sgradevole nei confronti di Salvatore Giacobbe, 62 anni, residente a Pessano con Bornago nel milanese: nome noto agli inquirenti, scarcerato nel gennaio 2012 dopo aver scontato una lunga detenzione. Un episodio avvenuto tempo fa all’interno del Bassone, che ha scatenato un pestaggio con sequestro di persona, sfociato ora in cinque arresti eseguiti ieri mattina dalla Squadra Mobile di Como. Gli inquirenti erano partiti da Longo, finito in ospedale con le conseguenze di un’aggressione decisamente pesante e la frattura della tibia destra, colpita con un corpo contundente. Quarantacinque giorni di prognosi, che nelle accuse formalizzate ieri, si sono tradotti in lesioni gravi e aggravate dall’uso di un bastone, oltre che sequestro di persona.

La mattina del 15 settembre, Longo fu prelevato davanti a un bar di Lurago Marinone, portato in auto fino a Limido e qui picchiato da almeno cinque persone. Secondo gli investigatori della Squadra Mobile di Como, sarebbe stata appunto la ritorsione per una frase infelice pronunciata dal fratello di Longo – tuttora detenuto - tempo prima, dentro il Bassone, alla presenza di Carlo e altre persone. Maurizio Riunno, 28 anni di Lomazzo e Filippo Internicola, 42 anni di Lurago Marinone, avrebbero fatto da portavoce dell’episodio. Internicola è finito in carcere di recente per un altro sequestro di persona che sarebbe avvenuto a fine agosto, e proprietario dell’abitazione di via Patrioti a Guanzate in cui due settimane fa è stato ritrovato il corpo di Ernesto Albanese. Internicola sarebbe stato a sua volta in contatto con Salvatore Giacobbe, ritenuto il mandante dell’aggressione. Il figlio Angelino Giacobbe, 34 anni di Monza e a Alessandro Solano, 36 anni senza dimora fissa, avrebbe raggiunto Lurago con altre tre persone non meglio identificate. Grazie a Internicola, avrebbero quindi individuato Longo, caricandolo in auto e procedendo a fare quanto si erano prefissati. La Squadra Mobile ha proceduto d’ufficio, senza alcuna denuncia della parte offesa.