Mozzate, in manette la banda dei super ladri di biciclette

Nel luglio scorso rapinarono un magazzino di bici sportive sequestrando i dipendenti e un camionista. Un bottino da oltre 200mila euro

Il momento dell'assalto

Il momento dell'assalto

Mozzate (Como), 10 gennaio 2018 – Il 21 luglio scorso avevano messo a segno un colpo da maestri, razziando ben 180 biciclette custodite in un deposito specializzato nel corso di una rapina organizzata fin nei minimi particolari. Un colpo che sembrava perfetto e che aveva fruttato un bottino da oltre 200mila euro. A sei mesi di distanza a rovinare la festa ai quattro rapinatori, tutti residenti nella bergamasca, ci hanno pensato i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Cantù in collaborazione con i colleghi di Mozzate e Treviglio. Un indagine complessa che ha portato all’arresto di Matteo De Giglio, 57 anni di Terno d’Isola in provincia di Bergamo, il figlio Marco di 29 anni, Antonio Leprinetti 46 anni di Milano e Gesualdo Cusumano 63 anni di Filago in provincia di Bergamo. I quattro dovranno rispondere di rapina aggravate e sequestro di persona per l’assalto pistola in pugno alla Anelda Sas di via Al Corbè, quando sequestrarono i cinque dipendenti e l’autista ucraino di un camion spedizioniere costretto a guidare sotto la minaccia delle armi fino alla periferia di Melegnano dopo che il suo tir venne caricato con le bici più costose.

Per risalire alla banda, specializzata nei furti sui camion, i carabinieri hanno compiuto un’accurata indagine incrociando migliaia di dati relativi ai tabulati telefonici di utenti presenti in zona durante il colpo, oltre all’analisi dei filmati delle telecamere presenti in zona. La vera svolta si è però avuta pochi giorni dopo il colpo, il 31 luglio, quando i carabinieri di Opera hanno arrestato a Pieve Emanuele Matteo e Marco De Giglio mentre fuggivano a bordo di un autocarro rapinato poco prima sempre in provincia di Como con la tecnica del sequestro dell’autista. Molti più di una coincidenza per gli uomini dell’Arma che incrociando dati e riscontri sono risaliti anche agli altri due uomini della banda, anche loro arrestati e condotti in carcere. Le indagini continuano per verificare se al colpo hanno partecipato anche altre persone e soprattutto per capire che fine ha fatto la refurtiva che, molto probabilmente, potrebbe aver imboccato la via dell’Est Europa.