Gemonio: gli anti-Salvini festeggiano i 40 anni della Lega nel paese di Umberto Bossi

I sostenitori del progetto originario, autonomista e indipendentista, disertano le celebrazioni ufficiali in programma domani a Varese e si ritrovano davanti alla villa del senatùr. Fra loro l’ex ministro Roberto Castelli: “Il partito attuale? È diventato centralista e meridionalista”

Gemonio, 13 aprile 2024 – Militanti della Lega “vecchio stampo” a raduno per celebrare i 40 anni del Carroccio. La vera Lega, secondo chi è accorso ieri pomeriggio a Gemonio, il paese dove si trova l’abitazione di Umberto Bossi, senatore e per lungo tempo leader e volto quasi iconico del movimento dell’Alberto da Giussano. Sono in tanti ad attendere che il senatùr si palesi e incoraggi quel che resta del popolo autonomista a riprendere il filo del discorso da lui iniziato ancora prima del 1984, anno in cui la Lega (come Lega Autonomista Lombarda) prese ufficialmente forma nello studio del notaio Franca Bellorini. 

Militanti autonomisti davanti alla villa di Umberto Bossi; nel tondo, l'ex ministro Roberto Castelli a Gemonio
Militanti autonomisti davanti alla villa di Umberto Bossi; nel tondo, l'ex ministro Roberto Castelli a Gemonio

Già in mattinata, sull’asfalto di fronte alla villa di Bossi, erano apparse scritte che inneggiavano all’age d’or bossiana. “Grazie Bossi Leoni Manuela”, uno slogan che associa all’Umberto i cofondatori, l’architetto Giuseppe Leoni (primo deputato, quando Bossi fu il primo senatore) e Manuela Marrone, seconda moglie del “capo”. Il tutto corredato da un Sole delle Alpi, il simbolo utilizzato all’epoca della lotta per l’indipendenza della Padania e che istoriava, per esempio, muri e aule della Scuola Bosina, la scuola aperta fino a qualche anno fa a Varese sotto la direzione di Manuela Marrone.

I presenti

Fra i presenti anche l’ex ministro Roberto Castelli, fra i più energici nel rivendicare l’eredità dell’esperienza bossiana, in aperta polemica con la direzione impressa alla Lega dall’attuale leader Matteo Salvini. Oggi l’ingegnere lecchese guida il Partito popolare del Nord, di recente uscito dal progetto del listone per le Europee dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca.

"Oggi è la festa di chi è rimasto vicino a Bossi dopo che è stato abbandonato da tutti – ha detto Castelli – Non sarò domani a Varese (dove alle 11.30 si terranno le celebrazioni ufficiali, in piazza del Podestà, spazio in cui si trova la storica sede del Carroccio, ndr). L'errore di Salvini è stato quello di aver trasformato un partito federalista, autonomista con venature indipendentiste in un partito centralista e direi anche meridionalista visto quello che sta facendo in Sicilia e Calabria".

"Secondo me neanche più una", ha risposto Castelli alla domanda su quante Leghe ci siano ora. Con lui anche Paolo Grimoldi, già numero uno della Lega Lombarda, che ha chiesto a Salvini di fare un passo di lato, lasciando spazio nella battaglia autonomista “a chi ci crede ancora”.